Cerca e trova immobili
GUERRA IN UCRAINA

Ma l'Arabia Saudita cosa ci guadagna?

Riad ospita il vertice preliminare tra Stati Uniti e Russia sulla pace in Ucraina. Ma quali sono gli interessi dei sauditi?
AFP
Fonte red
Ma l'Arabia Saudita cosa ci guadagna?
Riad ospita il vertice preliminare tra Stati Uniti e Russia sulla pace in Ucraina. Ma quali sono gli interessi dei sauditi?

RIAD - La nuova diplomazia all'ombra della fu Mezzaluna Fertile. Dapprima la Turchia, nel 2022, per sbloccare l'impasse sulle esportazioni di quelle tonnellate di grano che, altrimenti, sarebbero marcite sulle coste ucraine. Poi, ben più a sud ma sempre nella regione, il Qatar che ha ospitato i colloqui su Gaza. E ora l'Arabia Saudita, scelta come sede del vertice tra Stati Uniti e Russia, impegnati questa mattina nei primi colloqui preliminari sulla pace in Ucraina a Riad.

Una scelta che garantisce riservatezza e che, geopoliticamente parlando, si erge in equilibrio tra gli ospiti al tavolo. I rapporti storici con Washington sono noti. E per Mosca, il regno del principe Bin Salman rappresenta un "porto" che non ha aderito alle sanzioni promosse dall'Occidente. Una terra neutrale. Rovesciamo però il punto di vista. L'Arabia Saudita cosa può guadagnare da questa mediazione? O, in termini più concreti, quali sono i suoi interessi?

Prestigio e immagine sono di certo in cima alla lista, in special modo per un Paese la cui storia recente resta inevitabilmente associata al brutale assassinio del giornalista Jamal Khashoggi; torturato, ucciso e smembrato nel consolato saudita di Istanbul. Quindi, ricoprire il ruolo di mediatore nella risoluzione del conflitto più aspro degli ultimi anni consentirebbe a Riad di ripulire, almeno in parte, la propria reputazione e di essere percepito a tutti gli effetti come un attore per la promozione della pace. Inoltre, partecipando in prima persona alla soluzione del problema, il regno saudita può garantirsi condizioni che lo mettano al riparo dalle ripercussioni - in primis per quanto riguarda il settore energetico - della crisi che ha travolto l'ex repubblica sovietica. E quest'ultimo aspetto si collega al secondo grande interesse che motiva l'ospitalità dei sauditi. Ossia, per dirla in termini molto volgari, i soldi (in più forme).

L'Arabia Saudita ha il piede comodamente adagiato in due scarpe. I rapporti con gli Stati Uniti sono storici. I due Paesi «lavorano di concerto verso l'obiettivo comune di un Medio Oriente che sia stabile, sicuro e fiorente», si legge, in merito alla cooperazione sul sito del Dipartimento della Difesa americano. Lo scorso anno, Riad e Washington stavano finalizzando una nuova intesa bilaterale di mutua difesa. Il discorso si è arenato, ma potrebbe riaccendersi ora con Donald Trump alla Casa Bianca. E, per tornare al punto, dagli Stati Uniti i sauditi potrebbero ottenere quindi tecnologia militare avanzata per consolidare il proprio ruolo sulla regione.

E dalla Russia? Il consolidamento di cooperazioni e partnership alternative è negli interessi di Riad e di MBS, che vorrebbe ridurre - in modo graduale - la dipendenza del regno sia dal petrolio che dal dollaro. E la parola chiave è proprio "gradualmente"; motivo per cui l'Arabia Saudita ha frenato recentemente sulla sua adesione ai BRICS, che sembrava un passo del tutto naturale quando, nell'ottobre del 2023, si era vista recapitare l'invito ufficiale. Accreditandosi ulteriormente con Mosca, il regno può proseguire nel consolidare il suo ruolo nel gruppo mantenendo la sua velocità di crociera. Un passo alla volta.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
Naviga su tio.ch senza pubblicità Prova TioABO per 7 giorni.
NOTIZIE PIÙ LETTE