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UNIONE EUROPEALex Tusk, procedura d'infrazione contro la Polonia

08.06.23 - 13:39
Per Bruxelles, la legge - contro le "influenze russe" - «interferisce indebitamente con il processo democratico»
Imago
Fonte ats
Lex Tusk, procedura d'infrazione contro la Polonia
Per Bruxelles, la legge - contro le "influenze russe" - «interferisce indebitamente con il processo democratico»

BRUXELLES - La Commissione Ue ha avviato una procedura d'infrazione nei confronti della Polonia inviando una lettera di messa in mora in relazione alla nuova legge polacca, nota come lex Tusk, istitutiva di una commissione d'inchiesta sull'influenza russa in Polonia tra il 2007 e il 2022, in vigore dal 31 maggio 2023. Lo comunica l'esecutivo comunitario in una nota, sottolineando come «la nuova legge interferisca indebitamente con il processo democratico».

Le attività della commissione, ad esempio indagini e udienze pubbliche, osserva Palazzo Berlaymont, rischiano di creare gravi danni reputazionali ai candidati alle elezioni e, rilevando che una persona ha agito sotto l'influenza russa, potrebbero limitare l'effettività dei diritti politici delle persone elette nelle elezioni democratiche.

Il nuovo provvedimento, si legge nella nota, fornisce una definizione molto ampia e non specificata di «influenza russa» e «attività». La commissione sulle influenze russe, inoltre, può imporre sanzioni che inibiscono al pubblico ufficiale l'esercizio di funzioni relative all'impiego di fondi pubblici per un periodo fino a 10 anni. Una misura di natura simile a quelle previste dal codice penale, osserva palazzo Berlaymont, ricordando che tali sanzioni si applicano anche a comportamenti che erano legali al momento della condotta, violando in tal modo i principi di legalità e di irretroattività.

Le decisioni della Commissione, rileva ancora Bruxelles, sono soggette al solo sindacato del giudice amministrativo che si limita all'esigenza del rispetto della legge e non può controllare la correttezza della valutazione dei fatti e della ponderazione delle prove effettuate dalla Commissione. Infine, la normativa polacca non prevede un'adeguata base giuridica del trattamento dei dati personali né le necessarie tutele per i dati sensibili.

La Polonia dispone di 21 giorni per rimediare alle criticità rilevata, trascorsi i quali la Commissione può decidere di inviare un parere motivato come fase successiva della procedura di infrazione.

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