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STATI UNITIPelosi andrà a Taiwan e scatena l'ira della Cina

01.08.22 - 20:16
La speaker della Camera potrebbe raggiungere l'isola già domani. Pechino promette una dura reazione militare.
Imago
Fonte ATS
Pelosi andrà a Taiwan e scatena l'ira della Cina
La speaker della Camera potrebbe raggiungere l'isola già domani. Pechino promette una dura reazione militare.

WASHINGTON - La visita di Nancy Pelosi a Taiwan potrebbe essere una questione di ore. Falliti i tentativi della Casa Bianca di dissuaderla dal compiere una missione poco gradita anche al presidente americano Joe Biden, la speaker della Camera potrebbe mettere piede sull'isola già nella serata di domani e fermarsi fino a mercoledì per incontri di alto livello, scatenando così definitivamente l'ira della Cina che da giorni, alla sola ipotesi del viaggio, minaccia una dura reazione militare. Mentre secondo media di Taipei, la portaerei Usa Ronald Reagan si sarebbe riposizionata vicino a Taiwan.

Tutto pronto - Dall'ufficio della Pelosi, che a Singapore ha avuto un colloquio con il primo ministro Lee Hsien Loong prima di partecipare ad un evento alla Camera di commercio americana, non è arrivato nessun annuncio ufficiale. Ma fonti del governo locale hanno confermato che a Taipei tutto è pronto per ricevere la più alta rappresentante della Camera americana. In agenda, riferiscono funzionari taiwanesi al Wall Street Journal, ci sono incontri con esponenti del governo ma non solo. Date che trovano conferma anche sui media locali per i quali Pelosi dovrebbe arrivare domani sera e incontrare la presidente Tsai Ing-wen il giorno successivo, il 3 agosto.

La Cina non starà a guardare - Voci, speculazioni, ipotesi che sono bastate a Pechino per inasprire i toni aggressivi degli ultimi giorni annunciando che le sue forze armate non staranno a guardare in caso di una visita della Pelosi sull'isola. «La Cina prenderà sicuramente contromisure decise e forti a difesa della sovranità e integrità territoriale. Gli Usa dovrebbero rispettare il principio dell'Unica Cina e mantenere la promessa del presidente Biden di non sostenere l'indipendenza di Taiwan», ha tuonato il portavoce del ministro degli Esteri Zhao Lijian, mentre il comando del teatro orientale dell'Esercito cinese, che copre le operazioni su Taiwan, ha alzato il livello della propaganda pubblicando un video di oltre 2 minuti dedicato alle manovre su larga scala lanciate al largo della costa in coincidenza con la missione della speaker americana. «Siate pronti e combattete, seppellite ogni nemico che arriva», si legge nella didascalia sotto le immagini.

Divergenze americane - Da Washington non confermano ma neanche smentiscono l'ipotesi della visita. Fonti del dipartimento di Stato, interpellate dall'ANSA, hanno risposto con un «no comment», mentre il portavoce del Consiglio della Sicurezza nazionale, John Kirby, ha messo in chiaro che qualsiasi cosa accada gli Stati Uniti non si lasceranno intimidire dalla retorica della Cina. «È totalmente immotivata. Non c'è nessun motivo per intraprendere alcuna azione», ha dichiarato il funzionario a proposito delle minacce di Pechino.

«Non è raro che i leader del Congresso si rechino a Taiwan», ha aggiunto lasciando intendere che la Casa Bianca a questo punto non può che prendere atto della decisione della Speaker e vigilare sulla sicurezza di una missione che può diventare ad alto rischio tanto che nei giorni scorsi il Pentagono avrebbe deciso di muovere più forze nella regione. «Ci assicureremo che viaggi in sicurezza», ha sottolineato Kirby. «È un viaggio importante per la speaker e faremo tutto il possibile per sostenerla». Secondo media di Taipei, la portaerei Ronald Reagan e il suo gruppo d'attacco si sono riposizionate vicino a Taiwan, nel Mar delle Filippine, per coprire la visita.

Intanto Biden, ancora in isolamento per una ricaduta del Covid, ha colto l'occasione della decima conferenza del Trattato di non proliferazioni delle armi nucleari per avvertire la Cina, e la Russia, che hanno il dovere di riavviare «negoziati che riducano il rischio di errori di calcolo e dinamiche militari destabilizzanti».

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