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Incidente ferroviario, "la colpa è del macchinista". Era al telefono?

Le società che gestiscono le infrastrutture e i treni spagnoli accusano senza mezzi termini Francisco José Garzon Amo
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Incidente ferroviario, "la colpa è del macchinista". Era al telefono?
Le società che gestiscono le infrastrutture e i treni spagnoli accusano senza mezzi termini Francisco José Garzon Amo
SANTIAGO DE COMPOSTELA - Il macchinista del treno deragliato potrebbe essersi distratto perché parlava al telefono cellulare. L'ipotesi è stata avanzata da alcuni investigatori. Fonti del commissariato di polizia hanno con...

SANTIAGO DE COMPOSTELA - Il macchinista del treno deragliato potrebbe essersi distratto perché parlava al telefono cellulare. L'ipotesi è stata avanzata da alcuni investigatori. Fonti del commissariato di polizia hanno confermato che tra i numerosi accertamenti vi è anche quello sui tabulati del cellulare di Francisco José Garzon Amo per verificare se al momento dell'incidente fosse al telefono con qualcuno e con chi.

 

Il macchinista del treno deragliato mercoledì vicino Santiago de Compostela è accusato di "omicidio per imprudenza". Lo ha detto il ministro degli Interni spagnolo, secondo quanto riportato dai media.

La notizia dell'incriminazione per omicidio è stata confermata all'ANSA dal presidente della giunta della Galizia Alberto Nunez Feijoo. "Non poteva che essere così", ha detto precisando che "il tratto interessato dall'incidente "non è stata ancora adeguata all'alta velocità. L'adeguamento sarà completato entro il 2018". "Per il resto l'alta velocità spagnola è molto buona", ha aggiunto.

Le accuse - Nel terzo giorno di lutto nazionale per le 78 vittime del deragliamento di Santiago di Compostela si fanno roventi le polemiche sulla sicurezza e sulle responsabilità. I vertici dei Renfe, la società che gestisce le ferrovie spagnole, e quelli dell'Amministrazione delle infrastrutture ferroviarie (Adif), in dichiarazioni a diversi media accusano il macchinista Francisco José Garzon Amo di non aver rispettato i protocolli previsti per quel tratto e di essere, quindi, il responsabile del disastro.

 

Il presidente di Renfe, Julio Gomez Pomar, ha sostenuto che il macchinista conosce benissimo i protocolli e la stessa linea, per esservi passato almeno una sessantina di volte. Quello dell'Adif, Gonzalo Ferre, aggiunge che il macchinista sapeva di dover frenare quasi 4,5 chilometri prima della curva "A Grandeira", presa a 190 all'ora invece degli 80 stabiliti.

 

Un modo anche per prepararsi ai processi e cautelarsi in caso di risarcimento, che potrebbe arrivate fino a 150 mila euro per ciascun familiare delle vittime o ferito.

 

"El Pais" accusa i dirigenti - Ma in un editoriale de "El Pais", si mettono sotto accusa proprio i due massimi dirigenti: "Ciò che dicono, ai cittadini interessa relativamente. Ciò che vogliono sapere è se le linee dell'alta velocità sono sicure davvero. Sono passati tre giorni dalla tragedia e i vertici di Renfe e Adif e il ministro dello sviluppo non fanno una conferenza stampa, preferendo intervenire con dichiarazioni e comunicati", evitando, così, il contraddittorio. Ciò che interessa - si chiede il giornale - è se frenare 4 chilometri prima è una decisione del conducente in base ai protocolli o se si è in grado di garantire la sicurezza ai passeggeri a prescindere dalla discrezionalità del macchinista".

 

I colleghi di Garzon Amo da una parte lo criticano, riconoscendo di non essere stato diligente nell'applicazione dei protocolli, dall'altra, però, evidenziano le carenze tecniche nel tratto di Orense-Santiago che non dovrebbe essere considerato ad alta velocità.

 

Domani l'interrogatorio - Garzón Amo sarà interrogato domani. Lo si è appreso da fonti del tribunale superiore di giustizia galiziano. Il magistrato inquirente, Luis Aláez, ha 72 ore di tempo per interrogare Amo dal momento del suo arresto, avvenuto giovedì sera alle 20. In questi giorni e oggi il magistrato è intanto impegnato a completare le identificazioni di tutte le 78 vittime. Presumibilmente domattina, o al massimo nel primo pomeriggio, sentirà il macchinista, piantonato nell'ospedale di Santiago per una ferita alla fronte (suturata con 9 punti).

Ieri sera Garzon Amo si era avvalso della facoltà di non rispondere agli agenti di polizia giudiziaria inviati dal magistrato per notificagli l'accusa di negligenza e per raccogliere le sue dichiarazioni. Su suggerimento del suo legale ha invece preferito non parlare con gli agenti, riservandosi di farlo direttamente con il magistrato.

Nell'immediatezza dell'incidente era stato lo stesso Garzon Amo, in una comunicazione via radio con la stazione, a rivelare che il treno viaggiava a 190 all'ora, invece degli 80 previsti.

Ats Ans

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