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TURCHIA

Chiesti 2'500 anni di carcere per il sindaco rivale di Erdogan

Ekrem Imamoglu, rimosso dall'incarico di sindaco di Istanbul nel 2022, è ritenuto colpevole di un totale di 26 reati tra cui corruzione, frode e riciclaggio
AFP
Fonte ats
Chiesti 2'500 anni di carcere per il sindaco rivale di Erdogan
Ekrem Imamoglu, rimosso dall'incarico di sindaco di Istanbul nel 2022, è ritenuto colpevole di un totale di 26 reati tra cui corruzione, frode e riciclaggio

ISTANBUL - La procura di Istanbul ha concluso l'indagine sulla municipalità della città sul Bosforo e, nell'atto d'accusa inviato al tribunale, ha chiesto pene detentive che ammontano a un massimo di 2'532 anni di reclusione per Ekrem Imamoglu, il sindaco rimosso dall'incarico dopo l'arresto per corruzione in marzo e ritenuto il principale rivale del presidente Recep Tayyip Erdogan.

Secondo quanto riferiscono i media locali, l'accusa ritiene Imamoglu colpevole di 26 reati, tra cui corruzione, riciclaggio e frode a danno di istituzioni e organizzazioni pubbliche. Oltre all'esponente del Partito popolare repubblicano (CHP, di centro-sinistra) nell'atto d'accusa compaiono in tutto i nomi di 402 sospetti, tra i quali 105 si trovano in carcere, 170 sono sottoposti a un controllo giudiziario e altri 7 sono ricercati con un mandato di arresto. Sono accusati di essere colpevoli di 142 capi d'accusa, tra cui estorsione, frode a danno di istituzioni pubbliche, tangenti e violazioni di varie leggi.

Nel presentare l'atto d'accusa ai giornalisti, Akin Gurlek, il procuratore capo, ha affermato che il processo contro la municipalità di Istanbul si svolgerà nell'aula di tribunale del carcere di Silivri, alla periferia di Istanbul, dove Imamoglu è detenuto dal 19 marzo. L'arresto del primo cittadino provocò instabilità nei mercati finanziari e settimane di proteste anti governative non solo a Istanbul ma anche in altre città turche, dove si verificarono scontri con le forze della polizia e centinaia di persone furono arrestate.

Il caso di Imamoglu è stato citato dalla Commissione europea nel recente rapporto sulla Turchia, dove Bruxelles ha espresso «preoccupazioni riguardo al continuo deterioramento degli standard democratici, dello stato di diritto, dell'indipendenza della magistratura e del rispetto dei diritti fondamentali».

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