Rapina al Louvre, non si esclude la complicità di un guardiano

L'ipotesi è stata avanzata dal quotidiano britannico The Telegraph.
L'ipotesi è stata avanzata dal quotidiano britannico The Telegraph.
PARIGI - Secondo informazioni del settimanale Paris Match, l'operazione di polizia nell'ambito dell'inchiesta sul furto del Louvre, è scattata ieri sera alle 22 quando uno dei due arrestati era già all'aeroporto e stava per prendere un aereo per l'Algeria.
Il complice, arrestato più tardi, era diretto invece in Mali. Questa mattina, nei locali della brigata anticrimine, l'uomo arrestato all'aeroporto è sotto interrogatorio. Si cerca di determinare il suo ruolo nel colpo, se fosse uno dei quattro che hanno direttamente portato a termine il furto di gioielli per 88 milioni di euro (circa 81,40 milioni di franchi).
Fra le varie piste seguite dagli inquirenti, anche quella di una possibile complicità di un membro della squadra di sicurezza del museo con la banda che ha effettuato il colpo. L'ipotesi è stata avanzata ieri sera dal quotidiano inglese The Telegraph, che ha citato «fonti vicine all'inchiesta».
«Ruolo determinante della polizia scientifica» - Il lavoro della polizia scientifica ha svolto un ruolo determinante nell'identificazione dei sospetti ladri del Louvre, secondo una fonte degli inquirenti che ha parlato a Bfm Tv.
Dopo il furto al museo, sono stati circa 150 i prelievi di dna compiuti sul luogo in cui hanno operato i malviventi e subito spediti in laboratorio per le analisi.
I ladri avevano abbandonato, nella fuga, oggetti fra i quali un casco da moto, un gilet giallo, una fiamma ossidrica e una sega circolare. Alcuni di questi oggetti erano già stati cosparsi di benzina ma i ladri non avevano fatto a tempo ad appiccare il fuoco per distruggerli.
Le parole del ministro degli Interni - «Invio le mie più vive congratulazioni agli inquirenti che hanno lavorato senza sosta, come avevo loro chiesto, e che hanno sempre avuto la mia completa fiducia»: questo il commento su X di Laurent Nuñez, ministro dell'Interno francese, dopo il fermo di due uomini sospettati di far parte della banda dei ladri del Louvre.
«Le indagini devono proseguire nel rispetto del segreto istruttorio sotto l'autorità della giurisdizione della procura di Parigi. Avanti con la stessa determinazione, continuiamo!».
La procuratrice è furiosa - «Condanno decisamente la divulgazione affrettata di questo elemento da parte di persone informate, senza alcun riguardo per l'inchiesta»: è furiosa la procuratrice di Parigi, Laure Beccuau, che ha diffuso un comunicato di forte rammarico per la diffusione della notizia dell'arresto dei due sospetti per il furto al Louvre.
«Questa rivelazione - fa sapere la Beccuau in un comunicato - può soltanto nuocere agli sforzi investigativi di un centinaio di inquirenti mobilitati sia nella ricerca dei gioielli rubati, sia dei malfattori. È troppo presto per fornire qualsiasi tipo di particolare». La procuratrice ha aggiunto che comunicherà su «elementi complementari solo al termine di questa fase di fermo» dei due sospetti.





Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.
Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.
Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!