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SVEZIA

L'ultima chiamata prima di morire. «Prenditi cura di te»

Identificate tutte le vittime. La Polizia: «Indagheremo per capire se è stato davvero l'uomo di cui sospettiamo»
AFP
Fonte ATS/Afonbladet
L'ultima chiamata prima di morire. «Prenditi cura di te»
Identificate tutte le vittime. La Polizia: «Indagheremo per capire se è stato davvero l'uomo di cui sospettiamo»

ÖREBRO - Tutte le undici vittime della sparatoria di Örebro sono state identificate. Tra loro c'è il presunto autore dell'attacco, un 35enne, che dopo aver aperto il fuoco si sarebbe tolto la vita.

Le persone decedute hanno tra i 28 e i 68 anni e vivevano nella zona. In particolare, stando al sito locale Aftonbladet, si tratta di una donna di 32 anni, una donna di 38 anni, una donna di 46 anni, una donna di 52 anni, una donna di 54 anni, una donna di 55 anni, una donna di 68 anni, un uomo di 28 anni, un uomo di 31 anni e un uomo di 48 anni. Le famiglie sono state avvisate.

Alcuni media locali hanno raccontato qualche loro storia, come quella di Salim Iskef, il più giovane tra gli uccisi, che si sarebbe dovuto sposare questa estate e dalla scuola, prima di perdere la vita, ha chiamato la madre per un ultimo addio e una dichiarazione d'amore alla fidanzata: «Mamma, prenditi cura di te e prenditi cura anche della mia bambina».

Intanto, non si sa ancora molto sul presunto killer, a parte quanto raccontano di lui i parenti, che lo definiscono come una persona con problemi mentali, che non lavorava e che amava stare da solo. Non frequentava amici o parenti e si occupava spesso del cane dei genitori. Avrebbe cambiato cognome otto anni fa.

Secondo il video di un sopravvissuto, prima di sparare, scegliendo le vittime, avrebbe urlato «via dall'Europa!». Per la Polizia non c'è un movente terroristico dietro l'attentato e l'uomo avrebbe agito da solo. Era in possesso del porto d'armi per quattro fucili e non era noto alle forze dell'ordine.

La Polizia, comunica, ora indagherà per capire se è stato davvero lui il responsabile della peggior strage della storia svedese. Ci sono indizi che dicono che ha frequentato in passato la scuola dove è avvenuta la sparatoria.

Il Primo Ministro Kristersson, pur affermando che «non vuole fare supposizioni sul motivo per cui il crimine è avvenuto prima che la polizia abbia completato le indagini», rivolge un pensiero ai «parenti che hanno ricevuto la chiamata peggiore che si possa ricevere. A loro voglio dire: non siete soli. Vi siamo accanto, tutta la Svezia condivide il vostro dolore. La responsabilità della morte ricade sulla persona che ha commesso questi crimini. Ci assumiamo la responsabilità di aiutarvi a riscoprire la vita insieme».

Intanto, cinque persone, tre donne e due uomini, sono ancora ricoverate in ospedale. Due delle donne sono ancora ricoverate in terapia intensiva. Una 18enne invece, ricoverata per ferite lievi, è stata dimessa dall'ospedale.

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