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IRANA tre mesi dall'inizio, le strade iraniane ancora teatro di proteste

16.11.22 - 15:33
Durante una commemorazione degli oltre 1'500 morti nel novembre del 2019, la polizia ha caricato le persone radunate
Reuters
Fonte Ats
A tre mesi dall'inizio, le strade iraniane ancora teatro di proteste
Durante una commemorazione degli oltre 1'500 morti nel novembre del 2019, la polizia ha caricato le persone radunate

TEHERAN - Scioperi nei mercati e proteste in università o nelle strade di varie città iraniane sono continuate anche oggi, nell'inizio del terzo mese di proteste per Mahsa Amini, la 22enne di origine curda morta esattamente due mesi fa dopo essere stata arrestata perché non portava il velo in modo corretto. Oltre alle dimostrazioni per Mahsa, sono in corso proteste anche per commemorare le oltre 1'500 persone morte nelle rivolte scatenate dall'aumento dei prezzi del carburante nel novembre del 2019, di cui in questi giorni cade il terzo anniversario.

Attivisti avevano convocato ieri tre giorni di manifestazione per ricordare quel periodo, diventato noto come "il novembre di sangue". Una grande folla si è radunata di fronte alla casa di Foad Mohammadi, ucciso ieri in seguito a forti scontri tra dimostranti e polizia durante manifestazioni nella città curda di Kamyaran, dove le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco sui manifestanti ferendo alcune persone. Sempre nella giornata di ieri, anche altre due persone sono rimaste uccise durante dimostrazioni a Sanandaj.

Nella capitale Teheran, le forze dell'ordine hanno utilizzato gas lacrimogeni e armi da fuoco contro i manifestanti presso il mercato del ferro, cercando di costringere con minacce i commercianti in sciopero ad aprire i negozi chiusi. Anche in una stazione della linea metropolitana nella capitale, come si può vedere in vari video amatoriali condivisi sui social media, si sono verificati scontri tra forze dell'ordine e alcuni dei passeggeri che gridavano slogan come: «Lotteremo e moriremo per riprenderci l'Iran».

Tra le persone arrestate oggi ci sono molti studenti universitari mentre a 150 studentesse dell'università femminile Alzahra è stato vietato di entrare nell'ateneo. «Giureremo sul sangue delle nostre amiche, resisteremo fino alla fine», è stato uno degli slogan cantati dalle studentesse che chiedevano il rilascio di compagne di classe imprigionate. Secondo i dati dell'agenzia degli attivisti dei diritti umani dell'Iran, Hrana, da quando le proteste sono iniziate almeno 348 persone hanno perso la vita, tra cui 52 minori e 38 membri delle forze di sicurezza, mentre gli arrestati sono quasi 16mila.

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