Un altro caso di violenza perpetrata dai poliziotti scuote gli Stati Uniti

Edward Bronstein come George Floyd: il 38enne è morto dopo un brutale intervento compiuto dagli agenti in California.
Anche lui ha ripetuto più volte la frase "non riesco a respirare" prima di morire. Il caso, avvenuto qualche mese prima quello di Floyd, è venuto alla luce dopo che un giudice ha ordinato la diffusione del video del fermo.
WASHINGTON - Spunta un altro video shock in Usa sulla brutalità della polizia, un caso analogo a quello di George Floyd ma anteriore di due mesi. La vittima è Edward Bronstein, 38 anni, fermato per un controllo stradale in California.
Nella clip di 18 minuti si vedono gli agenti stendere a terra l'uomo ammanettato e premere con le ginocchia sulla sua schiena per un prelievo di sangue mentre lui grida che è pronto a farlo volontariamente. Poi continua a ripetere le stesse parole di Floyd, "I can't breathe" (non riesco a respirare) prima di perdere conoscenza per 3 minuti e morire.
L'uomo ripete "I can't breathe" (non riesco a respirare) e "Let me breathe" (lasciatemi respirare) per almeno 12 volte in 30 secondi e quando perde conoscenza i poliziotti continuano ad aspirare il sangue. Poi gli agenti si accorgono che non c'è più battito, che non sembra respirare e solo dopo oltre 11 minuti dagli ultimi gemiti di Bronstein tentano inutilmente il massaggio cardiaco.
La famiglia della vittima ha fatto causa a una decina di poliziotti per uso eccessivo della forza e violazione dei diritti civili, contestando anche l'autopsia, secondo cui l'uomo sarebbe morto per «intossicazione acuta di metanfetamine durante l'arresto».
A distanza di quasi due anni dalla tragedia, un giudice ha ordinato la diffusione del video, registrato da uno degli agenti.




Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.
Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.
Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!