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CONGOAmbasciatore ucciso: è stato un tentativo di rapimento o una contesa locale?

22.02.21 - 15:35
Varie le ipotesi sui motivi dell'assalto al convoglio Monusco, che è costato la vita a tre persone
AFP
Non sono ancora state chiarite le esatte circostanze dell'assalto che è costato la vita all'ambasciatore italiano nella Repubblica Democratica del Congo.
Non sono ancora state chiarite le esatte circostanze dell'assalto che è costato la vita all'ambasciatore italiano nella Repubblica Democratica del Congo.
Ambasciatore ucciso: è stato un tentativo di rapimento o una contesa locale?
Varie le ipotesi sui motivi dell'assalto al convoglio Monusco, che è costato la vita a tre persone

GOMA - 43 anni, brianzolo, sposato e con tre figli, capo della missione a Kinshasa dal 2017 e ambasciatore dal 2019. Questo è il profilo di Luca Attanasio, ucciso nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo durante l'assalto a un convoglio di mezzi della missione Monusco, che è costata la vita a lui e ad altre due persone.

Attanasio tra il 2006 e il 2010 ha lavorato a Berna, agli inizi della sua carriera diplomatica, poi dal 2010 al 2013 è stato console generale reggente a Casablanca, in Marocco. Era tornato in Africa nel 105 come primo consigliere all'ambasciata ad Abuja, in Nigeria. Poi l'incarico in Congo, che lo ha reso tra i più giovani ambasciatori italiani nel mondo. «Tutto ciò che noi in Italia diamo per scontato non lo è in Congo, dove purtroppo ci sono ancora tanti problemi da risolvere. Il ruolo dell'ambasciata è innanzitutto quello di stare vicino agli italiani, ma anche contribuire al raggiungimento della pace. La nostra è una missione, a volte anche pericolosa, ma abbiamo il dovere di dare l'esempio» aveva dichiarato Attanasio lo scorso anno.

Le ipotesi - Secondo le prime informazioni circolate sulla stampa internazionale non si esclude che l'assalto sia avvenuto con lo scopo di rapire i membri della missione di peacekeeping e assistenza umanitaria, in azione nel Paese da oltre un decennio. Ma c'è anche la possibilità che Attanasio, il carabiniere Vittorio Iacovacci e l'autista siano rimasti vittime di «contese locali come talvolta purtroppo avviene in quella regione dell’Africa». 

Lo afferma il politologo Mario Giro in un articolo sul quotidiano italiano Domani. «Si tratta di una zona infestata di milizie armate che si battono contro i guardiani del parco a causa di conflitti sulla proprietà della terra». La responsabilità potrebbe altrimenti essere dei ribelli ruandesi filo-hutu delle Forze Democratiche per la liberazione del Ruanda, ma al momento le autorità congolesi non hanno rilasciato commenti ufficiali in merito. Di sicuro, spiega Giro, quella in cui l'ambasciatore è stato ucciso «è una delle regioni più pericolose del mondo». Dozzine di gruppi armati operano all'interno del parco naturale di Virunga e nelle sue vicinanze, spiega il Guardian. Gli scontri a fuoco con i ranger armati non sono rari e il mese scorso sei di loro hanno perso la vita.

Sulla stampa locale sono state pubblicate delle ricostruzioni parziali dell'episodio. «C'erano circa cinque persone nel veicolo... L'autista sembra essere stato ucciso (immediatamente, ndr) dopo aver ricevuto più ferite da arma da fuoco, ma altri sono stati feriti e portati alla base di Monusco». Si sa infatti che Attanasio era ancora vivo quando è stato portato all'ospedale di Goma, ma il decesso è sopraggiunto poco dopo il ricovero a causa delle ferite ricevute all'addome.

Secondo gli inquirenti congolesi il commando di sei persone avrebbe prima ucciso l'autista per poi portare Attanasio e altri nella foresta. All'arrivo delle forze d'intervento locali Iacovacci sarebbe stato ucciso e sarebbero stati esplosi i colpi che avrebbero ferito mortalmente l'ambasciatore.

La Procura di Roma ha aperto un fascicolo d'inchiesta e domani un team dei carabinieri del Raggruppamento operativo speciale partirà alla volta di Kinshasa, dove affiancherà gli investigatori locali.

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