Avvelenamento di Navalny: «Non ci sarà un'inchiesta penale»

Lo ha dichiarato il presidente russo Vladimir Putin: «Non abbiamo il materiale»
MOSCA - Non è possibile aprire un'inchiesta penale sull'avvelenamento dell'oppositore Alexei Navalny: lo ha dichiarato il presidente russo Vladimir Putin durante una seduta del Consiglio presidenziale per la Società civile e i diritti umani.
«Per quanto riguarda i casi di alto profilo, l'avvelenamento del noto individuo, il controllo è in atto, ma non siamo nelle condizioni di lanciare un'inchiesta penale a causa della mancanza di materiale», ha affermato Putin, aggiungendo che i rappresentanti russi «sono pronti ad andare all'estero, in Francia, o in Germania, o nei Paesi Bassi, per incontrare gli specialisti che denunciano la scoperta di tossine belliche», ma «nessuno» li «invita». «Non ci fanno visita, non condividono il materiale ufficiale, non condividono il materiale biologico, cosa dovremmo fare?», ha domandato il leader del Cremlino.
Navalny è il principale rivale di Putin e si sospetta che dietro il suo presunto avvelenamento ci sia proprio il Cremlino. A fine agosto, Navalny è collassato a bordo di un aereo che volava da Tomsk a Mosca costringendo i piloti a un atterraggio di emergenza a Omsk, dove è stato inizialmente ricoverato prima di essere trasferito in una clinica di Berlino.
Le autorità russe dicono di non aver trovato tracce di tossine nelle analisi effettuate sul dissidente, ma gli esperti dell'Opac, così come quelli di Francia, Germania e Svezia, dichiarano invece di aver trovato tracce di Novichok, una potente neurotossina sviluppata in Unione sovietica. L'oppositore accusa Putin per il malore che ha fatto a lungo temere per la sua vita.




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