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MONDOOltre due milioni di positivi, più di 137mila morti accertate per Covid-19

16.04.20 - 07:19
Guterres: massimo sforzo per il vaccino entro l'anno
keystone-sda.ch / STF (Silvia Izquierdo)
Superata la soglia dei due milioni di positivi al coronavirus nel mondo.
Superata la soglia dei due milioni di positivi al coronavirus nel mondo.
Fonte Ats Ans
Oltre due milioni di positivi, più di 137mila morti accertate per Covid-19
Guterres: massimo sforzo per il vaccino entro l'anno

BALTIMORA - Stando agli ultimi dati raccolti e pubblicati dalla Johns Hopkins University di Baltimora, i contagi accertati da coronavirus nel mondo sono 2'064'115. 137mila le persone positive che hanno perso la vita, più di mezzo milione quelle che sono state dimesse o che sono guarite.

Massimo sforzo per il vaccino - «Abbiamo bisogno di uno sforzo ambizioso per garantire un approccio armonioso, integrato e ottimizzato per massimizzare la velocità e la scala necessaria al dispiegamento universale di un vaccino entro la fine del 2020»: lo ha detto il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres, in una video conferenza con una cinquantina di Paesi africani membri delle Nazioni Unite.

«Il solo strumento che permette il ritorno del mondo ad un sentimento di 'normalità' è un vaccino sicuro ed efficace», che «salverebbe milioni di vite e innumerevoli miliardi di dollari», ha aggiunto. Guterres ha poi precisato che il suo appello del 25 marzo per raccogliere due miliardi di dollari per un vasto piano umanitario dell'Onu in risposta alla pandemia ha consentito di mettere insieme finora circa il 20% della somma.

Cina, 46 nuovi casi e zero decessi - La Cina ha registrato mercoledì 46 nuovi casi di coronavirus, di cui 34 importati e 12 domestici, relativi a Guangdong (5), Heilongjiang (4) e Pechino (3). La Commissione sanitaria nazionale (Nhc), nel suo bollettino quotidiano, ha riportato anche zero nuovi decessi.

I contagi di ritorno sono saliti a 1.534 totali, di cui 636 risoltisi con la guarigione. Le infezioni sono salite a 82.341 nel conteggio complessivo su scala nazionale, con 1.107 persone sotto trattamento medico, 3.342 decessi e 77.892 pazienti che si sono ripresi, portando il tasso di guarigione al 94,59%. I nuovi asintomatici sono 64, inclusi 3 dall'estero: il numero di persone sotto osservazione medica è di 1.032.

Brasile, i numeri peggiorano - Il numero di casi confermati di coronavirus in Brasile è salito a 28.320, cioè 3.058 (12%) di più di martedì, mentre i decessi sono ora 1.763, pari a 204 (13%) di più nelle ultime 24 ore, secondo il bollettino ufficiale del ministero della Sanità, diffuso durante il briefing quotidiano del governo sui numeri dell'epidemia.

Lo Stato di San Paolo, il più popoloso del paese, continua a concentrare la maggior parte dei casi confermati (11.043) e dei decessi (778). Negli ultimi 7 giorni, il numero totale delle vittime dell'epidemia è aumentato dell'84%. I responsabili del ministero hanno informato inoltre che il 27% dei deceduti aveva meno di 60 anni e il 27% non apparteneva a uno dei gruppi considerati a rischio.

L'Australia verso una banca dati - Una nuova banca dati interattiva, sviluppata dall'University of New South Wales, promette di essere la chiave per determinare le aree dove il governo australiano può rilassare le misure di distanziamento sociale da quelle in cui esercitare maggiori controlli per contenere la diffusione del coronavirus. Il quadro di controllo interattivo combina i dati del Dipartimento della sanità e dell'Ufficio di statistica per identificare i quartieri più vulnerabili al contagio, in particolare i codici postali con più alta proporzione di persone sopra i 60 anni e di famiglia socio-economicamente svantaggiate. La base dati potrà aiutare le autorità a determinare quando e dove allentare alcune misure di distanziamento e permettere riaperture a zona, identificando i codici postali dove non si sono registrati recenti e sostenuti contagi. I dati potranno aiutare lo stato a tornare verso la normalità rintracciando i contagi nel corso del tempo - spiega il responsabile del progetto Adam Kamrad-Scott, del Centro studi di sicurezza internazionale dell'università stessa.

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