Il giorno dopo il blackout che ha generato il caos, sono molti i quesiti che attendono una risposta
MADRID - La Spagna sta tornando lentamente alla normalità dopo che il blackout avvenuto nel primo pomeriggio di lunedì ha gettato larga parte del paese nel caos.
Al momento la rete elettrica è stata ripristinata al 99,95% e i problemi più grossi sono stati risolti. Restano alcune criticità, specialmente nei trasporti pubblici: la metropolitana di Madrid ha ripristinato i collegamenti alle 8 (e non alle 6, come di consueto) e la circolazione è normale, con l'eccezione di una linea. Tre, invece, quelle ferme a Barcellona e quattro a Valencia, per problemi di tensione sulla linea elettrica. I treni pendolari sono attivi, ma con una capacità ridotta all'incirca della metà.
La notte è trascorsa ovunque senza incidenti rilevanti e nessun problema grave di sicurezza. I corpi di polizia hanno vigilato affinché non si verificassero crimini contro la proprietà e atti di sciacallaggio. Molti hanno trascorso le ore notturne nelle stazioni, in attesa di un treno che non è mai partito. È andata anche peggio a chi si è trovato bloccato su un treno in mezzo alla campagna, in galleria. Oppure fermo in cima a una piattaforma per il lavaggio dei vetri di un grattacielo, a cento metri di altezza.
La causa del blackout resta ignota, a distanza di quasi 24 ore. Anche i danni sono ancora tutti da quantificare: la cifra di 4,5 miliardi di euro (4,2 miliardi di franchi svizzeri) circolata sui media iberici è eccessiva secondo vari esperti, che ritengono sia presto per quantificare l'impatto sui vari settori economici.
L'unica cosa certa è che mai, nella storia della Spagna, si era verificato un evento del genere. Il 60% della produzione di energia elettrica nazionale è svanito nell'arco di soli cinque secondi. L'ipotesi di una variazione estrema di temperatura non ha trovato conferme, così come quella di un attacco hacker. Martedì mattina Pedro Sánchez prenderà parte a un'altra riunione del Consiglio per la sicurezza nazionale, che sarà presieduto dal re Felipe VI. Si partirà probabilmente dalla constatazione che la revisione del piano di protezione delle infrastrutture critiche, creato dopo gli attentati dell'11 marzo 2004 a Madrid, non ha consentito di superare indenne il blackout.
La domanda che molti si pongono, sia sui social che sulla stampa, è in merito al possibile ripetersi di tale circostanza. La quotidianità stravolta delle scorse ore pone inevitabilmente delle riflessioni su come si sia raggiunto un livello di dipendenza molto alto dai dispositivi alimentati dall'energia elettrica.
L'approvvigionamento elettrico spagnolo è basato, stando ai dati del 2024, su un mix di eolico (22,9%), nucleare (19,6%), fotovoltaico (16,7%) oltre che su centrali a gas e idroelettriche (entrambe al 13%). Importante, osservano gli analisti, è la collaborazione sovranazionale: la Spagna generalmente esporta energia a Marocco e Portogallo, mentre con la Francia sono presenti sia flussi in entrata che in uscita.