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GUERRA IN UCRAINANon sarà una «pace mutilata»

31.05.23 - 22:50
In attesa della controffensiva, il conflitto sconfina sempre più spesso in Russia. Londra sostiene gli attacchi, Washington si distanzia
keystone-sda.ch / STF (Efrem Lukatsky)
Fonte ats
Non sarà una «pace mutilata»
In attesa della controffensiva, il conflitto sconfina sempre più spesso in Russia. Londra sostiene gli attacchi, Washington si distanzia

KIEV / MOSCA - «L'ultima nave da guerra ucraina è stata distrutta»: il trofeo rivendicato in un comunicato del ministero della Difesa russo sembra quasi annunciare una prossima vittoria sulle forze di Kiev. E invece Mosca fa i conti ogni giorno di più con gli attacchi sul suo territorio che al Cremlino provocano non poca «preoccupazione», come ammette il portavoce Dmitry Peskov.

L'unità di cui si parla è la Yiriy Olefirenko, che secondo i russi è stata messa fuori combattimento da un «attacco ad alta precisione delle forze aerospaziali» nel porto di Odessa. I russi si assicurano dunque la superiorità sul Mar Nero, dove, secondo il Comando operativo sud ucraino, hanno attualmente due sottomarini e una nave con il loro carico di missili Kalibr. Ciò però non basta a cancellare lo stato di insicurezza interno, aggravato dall'attacco con i droni che ieri ha investito Mosca. Un altro velivolo senza pilota si è abbattuto oggi su una raffineria della regione di Krasnodar, sul Mar Nero. Mentre razzi sono piovuti ancora sulla regione di Belgorod, provocando quattro feriti e inducendo le autorità locali ad avviare l'evacuazione dei bambini verso aree più sicure.

Dure le reazioni di Mosca al ministro degli Esteri britannico James Cleverly che ha riconosciuto il diritto delle forze ucraine di bombardare il territorio russo. «Un incoraggiamento al regime di Kiev per compiere attacchi contro i nostri civili», lo ha definito l'ambasciata russa a Londra. E l'ex presidente Dmitry Medvedev, com'è nel suo stile, si è spinto oltre per sentenziare che a questo punto ogni responsabile britannico che contribuisce allo sforzo bellico dell'Ucraina diventa «un obiettivo militare legittimo».

Washington ha tenuto a prendere le distanze da Londra: «Gli Stati Uniti non sostengono attacchi ucraini in Russia», e su questo sono stati «chiari privatamente e pubblicamente», ha assicurato il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale, John Kirby. Il portavoce ha annunciato anche che ci saranno invii di armi americane a Kiev «per tutta l'estate». Per il periodo, dunque, nel quale si dovrebbe finalmente concretizzare la controffensiva ucraina.

Quello che succederà dopo dipenderà presumibilmente da come andrà l'operazione. Emmanuel Macron ha detto di «sperare nel successo dell'offensiva», l'unica cosa che a suo dire può portare «la pace duratura». «Nessuna tregua, nessun sacrificio di territorio» dunque, ha chiarito il presidente francese. Nessuna concessione, in altre parole, a quella proposta di «pace mutilata» che sarebbe stata avanzata dalla Cina, secondo fonti europee citate dal Wall Street Journal.

Sul terreno i segnali della controffensiva non ci sono ancora, almeno in termini di movimenti di truppe. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è andato a Odessa per un incontro con il comando militare e i capi delle forze dell'ordine della regione. La Russia ha invece fatto sapere di essere impegnata a rafforzare le difese sia nel Donetsk sia nella provincia di Zaporizhzhia, più a ovest. Per farlo ha fatto confluire in queste aree le forze speciali Akhmat delle truppe cecene al comando di Ramzan Kadyrov. Ma anche nella provincia di Lugansk la situazione per i russi è rischiosa. Le autorità filorusse locali hanno detto che almeno cinque persone sono morte e 19 sono rimaste ferite in un bombardamento ucraino che ha colpito un allevamento di polli nel villaggio di Karpaty.

Continua intanto la guerra diplomatica tra Russia e Germania, dopo che il mese scorso Berlino aveva deciso di ridurre di 34 unità il numero di propri funzionari nella Federazione russa, provocando una uguale risposta di Mosca. Ora la Russia ha deciso di ridurre di 280 unità, entro la data del primo giugno, il numero dei dipendenti dello Stato tedesco che lavorano in Russia, su un totale di oltre 600. Molti di loro sono russi, o con doppia cittadinanza, impiegati nelle sedi diplomatiche, nella scuola tedesca e al Goethe Institut. Ciò, secondo quanto ha fatto sapere il ministero degli Esteri russo, ha costretto la Germania a chiudere tre suoi consolati in Russia: a Yekaterinburg, Kaliningrad e Novosibirsk. In risposta a queste misure, Berlino ha disposto la chiusura entro il 31 dicembre di quattro dei cinque consolati russi operanti in Germania.

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