Adesione dell'Ucraina alla Nato: tutti d'accordo ma ora bisogna concentrarsi sulla vittoria

«La politica della Nato» giustifica l'avvio dell'operazione militare speciale, afferma il Cremlino
BERLINO - Per il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, tutti i membri dell'Alleanza sono d'accordo con «l'adesione dell'Ucraina». Tuttavia, il focus attuale è un altro: «La cosa più importante ora è che l'Ucraina vinca».
«Perché se l'Ucraina non si afferma come nazione sovrana e indipendente in Europa, allora non ha senso discutere di adesione», ha detto Stoltenberg a margine della riunione del gruppo di contatto di Ramstein. Le due dichiarazioni del segretario sono riportate da Spiegel e da Dpa.
Per Stoltenberg il focus principale dev'essere ora il sostegno militare all'Ucraina. Come scrive Dpa, il segretario generale ha così di nuovo indirettamente escluso l'ingresso di Kiev nell'alleanza durante l'attuale guerra.
«Non è il momento di decidere» - «La porta è un po' aperta, ma questo non è il momento di decidere» sull'ingresso dell'Ucraina nella Nato. Lo ha detto il ministro tedesco della Difesa, Boris Pistorius, parlando a Zdf. «Prima di tutto dobbiamo respingere questo conflitto, questo attacco, e poi nella nuova era, questo passo deve essere soppesato con attenzione», ha detto Pistorius, secondo cui bisogna decidere «con mente fredda e cuore caldo, non viceversa».
«La politica della Nato» giustifica la guerra - La Nato «continua nella sua politica per portare l'Ucraina nell'alleanza» e questo «dimostra la correttezza» della decisione del presidente russo Vladimir Putin di «avviare l'operazione militare speciale» in Ucraina. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, dopo che ieri durante una visita a Kiev il segretario generale Jens Stoltenberg aveva detto al presidente Volodymyr Zelensky che «il posto dell'Ucraina è nella famiglia euro-atlantica».
L'operazione militare russa, ha aggiunto Peskov, citato dalla Tass, è «basata sugli interessi della Russia e il bisogno di garantire la sua sicurezza».




Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.
Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.
Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!