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ITALIAAnche in giallo l'apertura delle palestre rimane un miraggio

24.02.21 - 09:54
Parere negativo dei consulenti del governo di Roma. Le zone arancioni, anzi, si fanno "scure".
Keystone
Anche in giallo l'apertura delle palestre rimane un miraggio
Parere negativo dei consulenti del governo di Roma. Le zone arancioni, anzi, si fanno "scure".

ROMA - Nell'Italia, in prevalenza gialla, in cui negozi e ristoranti sono aperti (questi ultimi fino alle 18), le palestre non torneranno a essere accessibili tanto presto come chiedono alcuni politici. Il Comitato tecnico scientifico (Cts) ha dato infatti parere negativo a riguardo. 

Anzi. Per quanto riguarda gli impianti sportivi al chiuso, la soglia per pensare di riprendere le attività dovrà essere molto bassa, riferisce il Corriere della Sera: meno di 50 casi d'infezione da SARS-CoV-2 ogni 100'000 abitanti in una settimana. E, in base agli ultimi dati del monitoraggio disponibili, l'Italia è sopra quota 135. Dieci giorni fa, alla cifra da "fascia bianca" auspicata dal Cts si avvicinavano solo Valle d'Aosta, Calabria e Sicilia mentre la Sardegna era già sotto.

Scarsa anche la possibilità che riaprano cinema e teatri e che i musei, al contrario di adesso, siano accessibili anche nei fine settimana. Le pressioni in tal senso del ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, non sembrano avere grandi possibilità di successo.

Così come rimane remota - benché non esclusa - l'eventualità di permettere l'attività serale ai ristoranti nelle aree con basso rischio epidemiologico. 

Non s'intravedono quindi grandi allentamenti all'orizzonte per il nuovo Decreto del presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm) che Mario Draghi firmerà a breve.

Sono state al contrario inasprite le misure per singoli comuni o aree in situazione particolarmente critica, anche per la diffusione delle nuove varianti del coronavirus. Le cosiddette zone "arancione scuro".

Nella vicina Lombardia si tratta di Viggiù (VA) - che confina con il Ticino - Bollate (MI), Mede (PV), l'intera provincia di Brescia e diversi comuni delle province di Bergamo e Cremona. Semiconfinamenti locali sono stati disposti anche in Emilia-Romagna e Toscana.

Le misure, che variano da zona a zona, prevedono generalmente l'impossibilità di entrare o uscire dalle aree interessate se non per comprovati motivi di lavoro, salute o necessità e la chiusura delle scuole. Spesso preclusa anche la possibilità, normalmente ammessa, di raggiungere le seconde case che si trovano in quelle zone o muoversi da quelle zone per andare in un'abitazione secondaria altrove.            

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COMMENTI
 

seo56 3 anni fa su tio
Bene! Se hanno deciso così ci sarà un motivo!!!
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