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No, l'idrossiclorochina non aiuta i pazienti ricoverati per Covid-19

La conferma arriva da uno studio effettuato dal National Institutes of Health in 34 ospedali americani
Keystone (archivio)
No, l'idrossiclorochina non aiuta i pazienti ricoverati per Covid-19
La conferma arriva da uno studio effettuato dal National Institutes of Health in 34 ospedali americani
BETHESDA - Sul suo utilizzo nei pazienti ricoverati per Covid-19 si è fatto un gran discutere in questi mesi di pandemia. Ora però sembra essere arrivata una risposta definitiva: l'idrossiclorochina non porta alcun beneficio ai pazienti...

BETHESDA - Sul suo utilizzo nei pazienti ricoverati per Covid-19 si è fatto un gran discutere in questi mesi di pandemia. Ora però sembra essere arrivata una risposta definitiva: l'idrossiclorochina non porta alcun beneficio ai pazienti ospedalizzati a causa del nuovo coronavirus.

A confermarlo è uno studio effettuato dal National Institutes of Health degli Stati Uniti, i cui risultati finali sono stati pubblicati dal Journal of the American Medical Association. Il farmaco in questione, pur non avendo effetti negativi sui pazienti, non contribuisce a un miglioramento delle condizioni di salute dei malati.

Il test clinico ha coinvolto 479 pazienti provenienti da 34 ospedali - tutti localizzati negli Stati Uniti. Tutti i pazienti hanno ricevuto le cure previste in base alla propria situazione, precisano gli autori, spiegando che il collettivo è stato suddiviso in modo casuale in due gruppi: circa metà di questi ha ricevuto 10 dosi del farmaco antimalarico sull'arco di cinque giorni (241 pazienti), mentre per i restanti (236) era previsto il medesimo dosaggio di un placebo.

Osservando il quadro clinico dei pazienti a 14 giorni di distanza dall'assegnazione a uno dei due gruppi, i ricercatori hanno sottolineato una sostanziale assenza di differenze, con la maggioranza dei degenti di entrambi i gruppi nel frattempo dimessa e nuovamente in grado di svolgere la propria attività.

E anche le osservazioni riguardanti i decessi - conteggiati a 28 giorni di distanza dall'assegnazione a uno dei due gruppi - hanno dato risultati sulla medesima linea: 25 vittime in entrambi i gruppi.

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