La città vuole ridurre la propria impronta ecologica e sta diventando un banco di prova mondiale per la mobilità sostenibile.
DUBAI - Dubai sta cercando di ridurre la propria impronta ecologica implementando nuove modalità di trasporto pubblico, in grado di ridurre i veicoli privati in circolazione. Nella città degli Emirati Arabi Uniti gli abitanti hanno, in proporzione, più auto per persona rispetto a metropoli come Berlino, Londra e New York.
Negli ultimi 15 anni sono stati investiti 27 miliardi di dollari in autobus, tram e metrò, ma ora la nuova frontiera è quella dei “taxi volanti” (grossi droni) e delle “camere con ruote” (veicoli a guida autonoma).
Due innovazioni che fanno della città un laboratorio a livello mondiale. Almeno fino a un certo punto: Philipp Rode, direttore di un centro di ricerca della London School of Economics, ha spiegato che l'emirato «non sta davvero provando a ripensare la città su scala sistemica», ma che «ci sono delle innovazioni interessanti». Una di esse è sicuramente costituita dai veicoli autonomi che mirano a combinare il comfort di Uber con la capacità e l'efficienza degli autobus: costruiti in Italia, possono portare 10 passeggeri - andandoli a prendere davanti a casa - e ogni unità si può collegare all'altra anche in movimento, così da formare una sorta di "serpentone" in grado di circolare a una velocità massima di 90 chilometri orari.
L'obiettivo di arrivare a un quarto dei trasporti giornalieri autonomi entro il 2030 ha portato all'idea del "taxi volante". Una soluzione che, è auspicato, dovrebbe ridurre i costi di trasporto, l'inquinamento ma anche gli incidenti stradali.