Cerca e trova immobili
LIBANO

Abolito il "matrimonio riparatore" dopo lo stupro

L'abolizione dell'articolo 522 del codice penale, votata oggi dal Parlamento di Beirut, è il risultato di una lunga campagna condotta in questo senso da organizzazioni per i diritti civili
Fotolia
Abolito il "matrimonio riparatore" dopo lo stupro
L'abolizione dell'articolo 522 del codice penale, votata oggi dal Parlamento di Beirut, è il risultato di una lunga campagna condotta in questo senso da organizzazioni per i diritti civili
BEIRUT - Anche il Libano, come ha fatto recentemente la Giordania, ha abolito oggi un articolo del codice penale che evitava ad uno stupratore ogni punizione se avesse sposato la sua vittima. L'abolizione dell'articolo 522 del codice penale, votata ...

BEIRUT - Anche il Libano, come ha fatto recentemente la Giordania, ha abolito oggi un articolo del codice penale che evitava ad uno stupratore ogni punizione se avesse sposato la sua vittima.

L'abolizione dell'articolo 522 del codice penale, votata oggi dal Parlamento di Beirut, è il risultato di una lunga campagna condotta in questo senso da organizzazioni per i diritti civili e in particolare per i diritti delle donne.

La legge prevede pene detentive fino a sette anni di reclusione per chi si renda responsabile di violenza sessuale. Una punizione che però poteva essere finora evitata da chi decidesse di "rimediare" al reato sposando la sua vittima. Una esenzione che era in vigore fin dagli anni '40 del secolo scorso.

Oltre al Libano e alla Giordania, anche Tunisia, Marocco ed Egitto hanno cancellato leggi simili, che però rimangono in vigore in diversi altri Paesi tra cui Algeria, Iraq, Kuwait, Libia, Territori palestinesi e Siria, secondo quanto sottolinea Human Rights Watch.

🔐 Sblocca il nostro archivio esclusivo!
Sottoscrivi un abbonamento Archivio per leggere questo articolo, oppure scegli MyTioAbo per accedere all'archivio e navigare su sito e app senza pubblicità.
Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.

Sappiamo quanto sia importante condividere le vostre opinioni. Tuttavia, per questo articolo abbiamo scelto di mantenere chiusa la sezione commenti.

Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.

Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.

Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!
NOTIZIE PIÙ LETTE