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COMO: Tnt Traco inflitte condanne per 81 anni
La sentenza emessa dopo 9 di camera di consiglio. Le condanne si aggiungono alle precedenti per altri 35 già inflitte un anno fa con il rito abbreviato
COMO: Tnt Traco inflitte condanne per 81 anni
La sentenza emessa dopo 9 di camera di consiglio. Le condanne si aggiungono alle precedenti per altri 35 già inflitte un anno fa con il rito abbreviato
COMO –
Un anno di processo, una infinita serie di udienze, una lunga Camera di Consiglio durata ben 9 ore prima che il Collegio giudicante (presidente Sandro Bianchi, a latere Giuseppe Bocelli e Nicoletta Cremona) pronunciasse in se...
COMO –Un anno di processo, una infinita serie di udienze, una lunga Camera di Consiglio durata ben 9 ore prima che il Collegio giudicante (presidente Sandro Bianchi, a latere Giuseppe Bocelli e Nicoletta Cremona) pronunciasse in serata la sentenza al termine del dibattimento processuale nei confronti dei nove imputati finiti a giudizio con l’accusa di aver partecipato a vario titolo alla drammatica rapina compiuta la mattina del 19 novembre scorso alla Tnt Traco di Grandate. Otto le condanne inflitte per un totale di 81 anni e mezzo complessivi e una assoluzione. Le pene più pesanti (11 anni contro i 12 sollecitati dall’Accusa) sono quelle comminate a Alfredo Migliaccio, 39 anni di Casoria; Gennaro Capano, 30 anni di Napoli; Fernando Lumaga Barone, 36 anni di Napoli; Antonio Migliaccio, 37 anni di Napoli; Bruno Rossano, 42 anni di Napoli e Luigi Cinquegrana, 38 anni di Napoli; 7 anni e sei mesi (9 la richiesta di Nessi) a Giuseppe Mario Coco, 41 anni di Paternò (Parlermo) e Salvatore Russo, 32 anni di Napoli. Gli ultimi due, in quanto incensurati, hanno beneficiato delle attenuanti generiche. Il nono imputato Sergio Lumaga Barone, 38 anni di Napoli, è stato assolto, per cui ieri sera dopo oltre due anni di carcere è stato rimesso in libertà. Il Pubblico Ministero aveva complessivamente auspicato condanne complessive per 102 anni e la sentenza di ieri sera accoglie pressoché in toto le tesi accusatorie respingendo le richieste di assoluzione o del minimo della pena con rito abbreviato sollecitate dai difensori che già annunciano appello. Alla lettura del dispositivo di sentenza da parte del Presidente del Tribunale Alessandro Bianchi ci sono stati anche momenti di tensione con alcuni parenti degli imputati che hanno fatto sentire la loro protesta. Il 5 febbraio dello scorso anno, invece ci furono le prime condanne del Giudice Preliminare del Tribunale di Como nei confronti di Giovanni Scalisi (43 anni, messinese con casa a Rho) che dovrà scontare otto anni e 4 mesi di reclusione, oltre che pagare una multa da 4 milioni di lire. Stessa pena inflitta anche a Salvatore D’Amico (29 anni di Montorfano), mentre sette anni e tre milioni di multa sono stati inflitti a Salvatore Laezza (45 anni di Napoli) contro i sei anni, 4 mesi e due milioni di multa riservati dal Giudice Preliminare a Giuseppe Siniscalchi (31 anni di Sambuco in Ponticelli). Infine la condanna più mite nei confronti di Gianluigi Fabbri (47 anni di San Martino), uno dei pochi ad essere scarcerato prima del processo. Per tutti le condanne sono già scontate di un terzo come previsto dal rito abbreviato cui hanno fatto ricorso. In totale sono stati, così, inflitti 35 anni di reclusione contro i 40 complessivi sollecitati dalla Pubblica Accusa. Questi i fatti: alle 7.30 del 19 novembre ‘98 12 persone armate di mitra fecero irruzione alla T.N.T. Traco di Grandate cogliendo di sorpresa diversi addetti che non ebbero modo di fare nulla per impedire l’assalto. I banditi fuggirono con un autotreno carico di merce per oltre un miliardo di lire, ma già quella stessa mattina, un po’ prima dell’ora di pranzo, alcuni di loro erano già dentro grazie al sistema satellitare antifurto di cui era dotato il pesante mezzo e che guidò gli agenti della Polstrada di Como fino ad un capannone di Fizzonasco di Pieve Emanuele dove era stato nascosto il T.I.R.. Quel giorno venne denunciato il responsabile della struttura che l’aveva concessa in affitto alla banda. Lui, Massimo Amatore Mazza, 48enne di Milano (accusato di ricettazione) già da tempo ha chiuso i conti con la Giustizia lariana nelle scendendo a patti con il P.M. Vittorio per una pena concordata e già scontata un terzo: un anno e mezzo con la sospensione. Le indagini, condotte dalla Polizia Stradale di Como in stretta collaborazione con gli uomini della P.G. in forza alla Procura lariana, portarono a più riprese (l’ultima nel settembre scorso) all’arresto di 15 gaglioffi provenienti dal napoletano e dalla Sicilia, in particolare dalle zone di Paternò, mentre uno riuscì a rendersi fringuello di bosco e gli inquirenti per lui hanno deciso di mantenere aperta sine die la stagione venatoria. Per tutti le accuse contestate sono di rapina a mano armata aggravata, sequestro di persona e lesioni personali. Nelle indagini venne coinvolto anche un milanese che dalle intercettazioni telefoniche risultata in contatto con la banda: in realtà era la moglie che se la faceva con uno dei rapinatori all’insaputa del marito che proprio per questo venne prosciolto da ogni accusa.
di Bob Decker
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