Nello stretto di Magellano 7 tonnellate d'oro e argento in fondo al mare

BUENOS AIRES - Sette tonnellate d'oro e argento in fondo alle gelide acque dello stretto di Magellano: é il 'bottino' trasportato da una nave cilena affondata lo scorso 16 gennaio dopo un'imprevista tempesta, e che ora si trova a 80 metri di profondità a circa 40 km dalla costa della provincia patagonica argentina di Santa Cruz.
La notizia è stata resa nota solo oggi, ricorda la stampa locale, precisando che il carico di metalli preziosi del peschereccio 'Polar Mist' (10% oro e 90% argento), estratti da una miniera di Santa Cruz, è stimato per varie decine di milioni di dollari.
Nel naufragio del 16 gennaio non c'erano state vittime, visto che tutto l'equipaggio (7 uomini) più un passeggero vennero tratti in salvo da un elicottero della marina militare argentina. L'imbarcazione fu abbandonata con i motori accesi, come prescrive - ricordano i media - il protocollo per evitare danni ambientali dovuti alla perdita di carburante.
A poche ore di distanza però, il rimorchiatore cileno 'Beagle' aveva tentato, senza autorizzazione, di rimorchiare il 'Polar Mist', che successivamente è comunque affondato: proprio questo dettaglio è quello ad aver richiamato l'attenzione degli investigatori argentini, che stanno cercando di capire le vere cause del naufragio del 'Polar' e le ragioni per le quali il rimorchiatore cileno ha cercato di trainare, fino alle acque cilene, la nave con il tesoro.
ats/ansa
Ti-press: Google Maps




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