Scandali: Tyco, nulla di fatto a processo, Kozlowski prosciolto
NEW YORK - Si è chiuso con un nulla di fatto e il proscioglimento per gli imputati, il processo Tyco aperto nei confronti del suo ex amministratore delegato, Dennis Kozlowski e del suo ex direttore finanziario, Mark Swartz, accusati di avere utilizzato per fini personali 600 milioni di dollari di proprietà dell'azienda.
La giuria chiamata ad esprimere un verdetto, al termine di un processo durato sei mesi, non è riuscita a raggiungere un giudizio unanime pertanto al giudice della Corte Suprema dello Stato di New York, Michael Obus, non è rimasto che accettare la richiesta di 'mistrial' - la procedura che determina un nulla di fatto - avanzata dai difensori di Kozlowski e Swartz, prosciolti così dai loro capi di imputazione.
Tra le stelle più brillanti del firmamento di Wall Street sul finire degli anni '90 e l'inizio del nuovo secolo, i due erano stati trascinati innanzi alla Giustizia con accuse pesanti come la falsificazione di documenti finanziari, il mancato rispetto delle norme commerciali statali e, soprattutto, l'appropriazione indebita, reato punito con 25 anni di carcere.
Sul solo Kozlowski, poi, pende anche una accusa di evasione fiscale per avere acquistato opere d'arte cercando di evitare le imposte sulla loro compravendita stabilite dallo Stato di New York.
Il processo concluso solo a poche settimane dalla condanna per frode piovuta sul capo di Martha Stewart non mancherà di far nascere fortissime polemiche riguardo al ruolo di uno dei giurati, una signora sessantenne - ex maestrina in pensione con una laurea in legge - la quale, come era stato riportato la scorsa settimana da diversi giornali - dal paludato New York Times agli scatenati tabloid della Grande Mela - si sarebbe rivolta agli imputati con uno strano sorriso e, soprattutto, facendo una sorta di 'Ok' con la mano.
Secondo quanto riportato dalla Associated Press, la donna - il giurato numero 4 - aveva ricevuto una lettera minatoria nelle ultime 24 ore.




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