Francia: scandalo sangue infetto, la fanno tutti franca
Una decisione che ha scioccato le famiglie delle vittime (per lo più emofiliaci) e ha innescato furiose polemiche. "Non c´è giustizia", è sbottata Joelle Boucher e si capisce: in seguito ad una trasfusione di plasma infetto ha contratto l´Aids. "È grave perché vuol dire che i politici e l´industria farmaceutica hanno licenza d´uccidere in tutta impunità", le ha fatto eco Fabrice, un papà che ha visto i due figli morire di Aids dopo una trasfusione da terzo mondo.
Un´associazione che raccoglie persone bisognose di continue trasfusioni di sangue (l´Association Francaise des Transfuses) ha tuonato contro una decisione "vile e irresponsabile".
Altrettanto costernati gli avvocati di parte civile, per i quali il proscioglimento di massa svuota di senso un reato ben definito e cioè l´omicidio involontario e - ancor più grave - rischia di fare giurisprudenza in altre esplosive inchieste di sanità (mucca pazza, amianto, nube atomica di Cernobyl, ormone della crescita).
Tra le persone liberate da ogni minaccia giudiziaria anche Michel Garretta, un medico che era a capo del Centro Nazionale di Trasfusione Sanguigna a metà degli Anni Ottanta quando nessuno mosse un dito per ritirare una grossa partita di sangue contaminato con l´Hiv. Garretta è stato uno dei pochi "mandarini" a pagare con un breve periodo di carcere per la vicenda che ha messo a nudo un´imbarazzante indifferenza dei pubblici poteri per la salute della gente e che negli ultimi quattordici anni ha scosso a più riprese il mondo politico e medico della Francia.
Un altro personaggio di spicco che l´ha fatta franca è Louis Schweitzer, attuale ´patron´ della casa automobilistica Renault e all´epoca dei fatti capo di gabinetto dell´allora primo ministro Laurent Fabius.
Il "non luogo a procedere" generalizzato è giunto dopo un´inchiesta avviata nel 1988 che è stata sdoppiata e che tre anni fa ha già portato ad un processo contro Fabius e due ministri del suo governo, Georgina Dufoix e Edmond Hervè. Soltanto quest´ultimo era stato alla fine condannato con la condizionale per la leggerezza con cui aveva reagito al pericolo Aids nel sangue delle trasfusioni.




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