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THANK YOU FOR SMOKING

Al cinema i conflitti che il tabacco provoca in un manager del fumo

In programmazione al Cinestar
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Al cinema i conflitti che il tabacco provoca in un manager del fumo
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Il trailer   Nick Naylor (Aaron Eckhart) è il portavoce della Big Tobacco. La sua funzione principale è quella di combattere contro i detrattori delle sigarette convincendoli che fumare non è poi così negativo. I suoi amici sono i lob...
 
Nick Naylor (Aaron Eckhart) è il portavoce della Big Tobacco. La sua funzione principale è quella di combattere contro i detrattori delle sigarette convincendoli che fumare non è poi così negativo. I suoi amici sono i lobbisti dell’alcol e delle armi, è buon padre di famiglia, separato dalla moglie, ma adorato dal figlio, e poi ama il suo lavoro. Tutti gli danno addosso, e lui si difende con maestria, favella e arguzia. La sua vita fra minacce, capi poco efficienti che "provengono dai distributori automatici", e problemi quotidiani è tutt’altro che semplice.
È dagli anni settanta che è vietato fumare al cinema. Oggi, non si può fumare nei luoghi pubblici, negli uffici, sul treno, in aereo. La strada dei fumatori è ogni giorno sempre più irta di ostacoli, ed è interessante vedere gli statunitensi, che ormai lottano contro la sigaretta anche negli spazi aperti, girare un film su questo tabù.
Nel film di Jason Reitman (figlio del regista Ivan Reitman), classe 1977, non si accende una sigaretta, ma se ne parla a ogni secondo con caustica ironia. La sceneggiatura e l’interpretazione di Aaron Eckhart sono infatti il fiore all’occhiello di questo lungometraggio, che ha numerosi momenti convincenti. Tutte le sequenze con gli amici "mercanti di morte", le infinite diatribe con il senatore detrattore dell’industria del tabacco e sostenitore del colesterolico Cheddar Cheese, il cinismo del "Capitano" Robert Duvall sono da ricordare per gli intelligenti dialoghi. Thank you for smoking è la conferma di come l’America, quando mette in ridicolo le proprie convinzioni e i propri stereotipi, riesca a dare vita a commedie che fanno ridere e riflettere.

 


La parola alla critica

Il Foglio: "(...) Se avete voglia di ridere davvero, il film di Jason Reitman (figlio di Ivan che girò “Ghostbusters”) è un’occasione che non capita tanto spesso". 
 
La Stampa: "(...) il film è un inno sardonico, molto divertente, alla libertà di comprare e fumare tabacco (...). è brillante, ricco di battute, ben fatto. (...)"
 
Il corriere della sera: "(...) in questa cinica, divertente, intelligente commedia che prende tutti, il piglio è quello del cinema anni '40 di La Cava o Sturges. Girato con sfacciata etica da cabaret (...)"
 
il Giornale: "(...) travolgente commedia, che vanta un dialogo liberatorio, un'improntitudine senza precedenti, facendo comprendere che il tabagismo è l'ultimo dei suoi obiettivi. Reitman abbatte a furor di battute, tutte felici, l'ipocrisia che sembra dominare la società americana, riverberata su tutte le nazioni che ne imitano le modalità.(...) La pellicola, davvero godibile, vanta interpreti formidabili, trascinati dal sorprendente Eckhart. Le sequenze riuscite sono innumerevoli (...)"
 

La parola all'attore

Aaron Ekhart: "Io fumavo ma ho smesso quattro anni fa e sono veramente grato al regista che nel film ha scelto di non mostrare mai nessuno fumare così non ho rischiato di ricominciare. La cosa curiosa di questo film è che ha effetti completamente diversi sugli spettatori. Sono stato a trovare il medico che mi ha aiutato a smettere di fumare e lui mi ha raccontato che sua figlia, accanita fumatrice, ha smesso di fumare dopo aver visto il film. Poi un giorno camminavo per una strada di New York e incrocio un ragazzo che senza dire una parola tira fuori un pacchetto di sigarette e mi sorride. E' incredibile diventare contemporaneamente il paladino dei fumatori e dei detrattori del fumo".

 

 

 

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