Patentino fitosanitario: «No alla proroga, nemmeno per i viticoltori hobbisti»

Rimane valido il rinvio del termine già ottenuto a Berna per il 1° gennaio 2027, data ultima per poter conseguire l'abilitazione all'uso dei prodotti chimici in campo aperto.
BELLINZONA - I viticoltori amatoriali avranno tempo fino al 1° gennaio 2027 per ottenere il patentino fitosanitario: un anno in più rispetto alla scadenza iniziale, proroga che il Cantone aveva già ottenuto da Berna. Il Gran Consiglio ha infatti respinto la mozione presentata il 15 ottobre 2024 da Aron Piezzi, intitolata “Trattamenti in vigna: per i viticoltori hobbisti occorrono una proroga e nuove modalità per l’ottenimento del patentino fitosanitario”. L’obiettivo dell'atto parlamentare era quello di “semplificare la vita” a chi coltiva la vigna per passione. Il Consiglio di Stato aveva però ricordato nel suo messaggio che i viticoltori amatoriali «possono far eseguire i trattamenti da terzi o utilizzare prodotti fitosanitari omologati per un uso non professionale». Il Parlamento ha quindi sostenuto il rapporto di maggioranza con 50 voti favorevoli, 27 contrari, 5 astenuti. Per la maggior parte dei deputati con la chimica, usata per professione o per hobby, non si scherza.
«Il Ticino - ha detto il consigliere di Stato e capo del Dipartimento delle finanze e dell'economia (DFE), Christian Vitta, ha già ottenuto una deroga (al 1° gennaio 2027, ndr). Non è chiedendo un’ulteriore proroga oggi che otterremo risultati. L'estensione del termine permette già così al maggior numero possibile di interessati di conseguire il diploma. Oggi è ancora possibile ottenerlo secondo le regole cantonali, con un tasso di successo elevato. Il patentino - ha ribadito Vitta - è una misura trasversale per tutto il settore del verde, non riguarda soltanto i viticoltori professionisti o hobbisti. Il suo scopo è garantire la salute di chi utilizza i prodotti. Inoltre, il patentino fornisce indicazioni chiare su come proteggere la biodiversità e su come smaltire correttamente i prodotti, aspetti che prescindono dall’essere viticoltore».
Due le proposte avanzate in Parlamento - Dal canto suo, l'autore della mozione, Aron Piezzi ha osservato che «il patentino fitosanitario è un ostacolo supplementare che mette in difficoltà i vigneti, già in affanno. La mozione chiede al governo di attivarsi presso opportune sedi federali per estendere l’entrata in vigore fino al 1° gennaio 2028, il secondo ottenere una nuova modalità formativa per i non professionisti proporzionata al loro reale lavoro nei vigneti».
Il rapporto di maggioranza (relatrice Aline Prada) sosteneva l’estensione dell’entrata in vigore dell’obbligo del patentino per i viticoltori che esercitano con scopo di lucro al 1° gennaio 2027, in conformità con quanto stabilito dall’Ufficio Federale per l’Ambiente (UFAM) e dal Servizio Fitosanitario ticinese. Si tratta di una concessione eccezionale riconosciuta solo al Canton Ticino e al Canton Vallese. Dopo essersi confrontata con questi attori, la commissione è giunta alla conclusione che «non serve un'ulteriore proroga e nuova modalità di formazione», ha dichiarato Prada.
Secondo un'indagine di Federviti, i viticoltori ticinesi definiti hobbisti (o amatoriali) sono 343: sono coloro che non vendono né uva né vino e che lavorano in totale una superficie di circa 9 ettari. Stando ai dati forniti dalla Sezione dell’Agricoltura: 24 possiedono l’autorizzazione speciale, 26 intendono ottenerla, 4 possiedono un titolo equivalente, 252 hobbisti fanno eseguire i trattamenti fitosanitari da terzi, 24 hanno intenzione di lasciare l’attività,
Nel rapporto è stato infatti ricordato come «Federviti e il Servizio Fitosanitario (SF) ribadiscono a più riprese che il “patentino” è una misura trasversale a diversi settori (agricoltura, viticoltura, orticoltura, frutticoltura, cura del verde e settore forestale). L’ordinanza federale, presente dal 1993, parla chiaro: l’utilizzo dei prodotti fitosanitari è consentito solo a chi ha ottenuto l’autorizzazione speciale tramite la formazione o un titolo equivalente (diploma)».
Si puntava al 2028 - Il rapporto di minoranza (relatore Alessandro Cedraschi) proponeva invece di posticipare il termine al 1° gennaio 2028, quindi di due anni rispetto alla legislazione in atto, poiché il periodo attuale è considerato «troppo breve». Il rapporto chiedeva inoltre di «individuare una nuova modalità formativa per l’ottenimento del patentino da parte degli hobbisti, differenziata rispetto ai viticoltori professionisti e proporzionata al loro reale lavoro nei vigneti», appoggiando quanto proposto dal mozionante. «Una legge ingiusta che non tiene conto della morfologia del territorio e delle persone coinvolte», ha detto Cedraschi. Stando al parlamentare sarebbero circa mille (degli oltre 2000 viticoltori) che dovrebbero ancora essere formati. Il rapporto era sostenuto dal PLR.
Il consigliere di Stato, Christian Vitta, in merito a queste proposte, ha aggiunto «che la competenza è della Confederazione». Ritenendo «in ogni caso che le modalità proposte di erogazione dei corsi abbiano permesso e permettano di ottenere per tempo la necessaria autorizzazione».




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