Il Mattino invoca il repulisti, Aldi ribatte: «La frattura con la Lega è irreversibile»

La deputata rompe il silenzio dopo essere finita nell'occhio del ciclone per il caso nomine legato all'arresto dell'ex sindaco di Bioggio Eolo Alberti.
BELLINZONA - Sabrina Aldi ha rotto il silenzio. La deputata della Lega finita nell'occhio del ciclone dopo l'interrogazione dell'Mps sul caso Eolo Alberti (atto parlamentare che accusa Aldi di uno scambio di cariche tra magistratura e politica), ha deciso di dare la sua versione dei fatti annunciando inoltre la decisione di lasciare sia il suo partito sia le cariche politiche.
L'ultimatum - Il polverone scatenato da Pronzini e Sergi ha infatti spinto lo stesso Mattino a invocare un "repulisti" all'interno del partito. Il giornale di via Monte Boglia, nell'edizione della scorsa domenica, non ha risparmiato colpi alla sua deputata lanciando un vero e proprio ultimatum: dimissioni spontanee o allontanamento.
Aldi non ci sta e, sulle colonne del Corriere del Ticino, ribatte: «L’ultimatum del Mattino non è stato del tutto inaspettato, ma ha segnato una frattura profonda. Da tempo esistono tensioni all’interno della Lega, con una spaccatura evidente tra chi ha ruoli ufficiali e chi invece, pur restando nell’ombra come Antonella Bignasca, esercita un’influenza costante e pretende di imporre la propria linea», si legge sul Cdt.
«La sua candidatura non è stata una mia iniziativa» - Passiamo però agli aspetti concreti. La critica più grave mossa contro Aldi è di aver favorito l'elezione di Alvaro Camponovo in qualità di procuratore pubblico (in quota Lega) per via dei rapporti professionali con il padre dello stesso Alvaro, Claudio (Aldi verrà assunta in qualità di direttrice amministrativa di Hospita Suisse Anesthesia Care SA, di cui il dottor Claudio Camponovo è azionista di minoranza). Aldi sostiene che il nome di Alvaro emerse per la prima volta nel 2022 dopo le dimissioni della procuratrice Lanz. «Allora non conoscevo né lui né suo padre. Fu lo stesso Alvaro a rinunciare, ritenendo di non avere ancora maturato esperienza sufficiente. Solo molto tempo dopo, quando uscirono due concorsi per il posto di PP, su richiesta del capogruppo Boris Bignasca, fui incaricata di ricontattarlo. La sua candidatura non è stata una mia iniziativa, ma frutto di una decisione maturata a livello partitico già tempo prima».
E ancora: «Il mio ruolo è stato tecnico e coerente con il mandato ricevuto. Camponovo aveva presentato la candidatura e ricevuto l’idoneità dalla Commissione di esperti. Il partito era già pronto a sostenerlo un anno e mezzo prima. L’allora coordinatore e consigliere di Stato Norman Gobbi sapeva chi fosse il candidato e i miei rapporti professionali con il padre».
Una sfida professionale - Fatto sta che dopo la nomina di Alvaro Camponovo, il caso si intreccia con l'entrata di Eolo Alberti nel Cda dell'EOC. «Alberti si candidò in autonomia per il CdA dell’EOC e ottenne appoggio da molte persone nel partito. Quando io entrai in Hospita, Alberti non aveva più alcun ruolo nella società considerato che aveva dovuto cedere le sue azioni per accedere al CdA dell’EOC. In quel momento per me si trattava di cogliere una sfida professionale. La mia assunzione fu decisa dal dottor Claudio Camponovo che nulla ha a che vedere con la politica e con la Lega il quale mi ha apprezzato professionalmente tanto che la nostra collaborazione continua tuttora».
Sulla scelta di lasciare la politica Aldi invece spiega che si tratta «prima di tutto una scelta di tutela personale. La pressione ha avuto un impatto forte su di me, sulla mia famiglia, sulla mia salute. Sono profondamente delusa dai metodi usati sia dai vertici della Lega sia da altri partiti, come MPS, che hanno cercato di intervenire in procedimenti giudiziari in corso rifugiandosi dietro l’immunità parlamentare. Questo modo di fare politica mi ripugna, non lo condivido e non ne voglio fare parte. Considero che i rapporti con gli attuali vertici del mio partito non siano più sanabili e che la frattura sia irreversibile».