No al nodo intermodale. «E ora una task force per trovare una soluzione alla viabilità»

Soddisfatto il Comitato Salva Viale Cattori che ora invoca un tavolo di lavoro. Ma il Governo afferma: «Non è pensabile individuare una nuova soluzione»
LOCARNO - È bastata una manciata di voti per affossare la richiesta di credito per la realizzazione del Nodo intermodale alla stazione FFS di Locarno-Muralto. I cittadini ticinesi hanno deciso che non si farà con il 50,08% dei voti, per lo meno non a queste condizioni.
Un «No» che piace al comitato Salva Viale Cattori che in questi mesi tanto si è speso. «Siamo soddisfatti – commenta a caldo Renza De Dea, coordinatrice del comitato Salva Viale Cattori –. La decisione è arrivata dai locarnesi, da cittadini che conoscono bene la realtà della stazione di Locarno-Muralto, non dal governo cantonale. Il Locarnese ha votato compatto, nonostante l’alleanza trasversale dei partiti schierati contro di noi. I cittadini hanno scelto con intelligenza, al di là delle appartenenze politiche».
Un segnale molto importante. «Vogliamo ora chiedere la formazione di un gruppo di lavoro dove facciano parte persone competenti sul territorio per individuare un'alternativa migliore e maggiormente condivisa. Si lavorerà con celerità».
Un'alternativa non è possibile nel breve termine - Nel frattempo il Governo ha diffuso una nota in cui spiega che il Consiglio di Stato ha preso atto del voto odierno della popolazione ticinese. «Come noto, il progetto – elaborato congiuntamente da Cantone, Comune di Muralto, Città di Locarno, Commissione intercomunale dei trasporti del Locarnese e Vallemaggia (CIT), FFS, FART e AutoPostale – proponeva un concetto urbanistico complessivo per la sistemazione del piazzale della Stazione - spiega -. Alla luce della decisione odierna della popolazione ticinese, occorrerà ora valutare come procedere: il Governo, come ampiamente chiarito nel corso della campagna di avvicinamento al voto, precisa tuttavia che non è pensabile individuare una nuova soluzione nel breve e medio termine».
Per un pugno di voti - Deluso invece il comitato Sì al nodo intermodale. «Del tutto inattesa la contrarietà di Locarno e Muralto - dichiara a tio.ch la copresidente Cristina Zanini Barzaghi -. Ora dovremo rimboccarci le maniche e ripartire dai comuni, dal Dipartimento del territorio e FFS, avviando un dialogo con chi ha espresso delle critiche, a cominciare dai cittadini del posto, per comprendere quale riqualificazione desiderano per la stazione e per viale Cattori». Cosa non ha funzionato nella campagna? «Spiegare un progetto tecnico infrastrutturale, per quanto discusso per decenni, è sempre difficile. Non si riesce a soddisfare tutti quindi è più facile dire di no, evidenziando difetti senza considerare il quadro generale. Forse avremmo potuto fare di più per spiegare meglio. Ci conforta il sostegno di tutti i centri urbani del cantone, che hanno votato a favore avendo constatato i benefici di questi nodi intermodali. Questa è una nota positiva».
Cristina Zanini Barzaghi si dichiara poi sorpresa dal «disinteresse e dall'astensionismo: solo il 31% ha votato e quindi poco più del 15% dei ticinesi si è espresso contro questo progetto».
I Verdi: «Il Ticino ha scelto di non investire sulla mobilità del futuro» - Sulla questione non è mancato il commento dei Verdi del Ticino, il partito ritiene il risultato odierno «un'occasione persa». Un risultato molto risicato che, dal loro punto di vista, «compromette la possibilità di avere un Locarnese più accessibile e orientato alla mobilità sostenibile - si legge nel comunicato diffuso -. Con questa decisione, Locarno rimane l'unico polo cantonale con una struttura antiquata e non adeguata alle moderne esigenze di mobilità. La mancata modernizzazione dell'infrastruttura, cruciale per rispondere alla crescente domanda di trasporto pubblico, comporterà inoltre la perdita di importanti contributi federali e bloccherà lo sviluppo per diverso tempo. Questo "No" è un segnale preoccupante: il Ticino ha scelto di non investire in una mobilità del futuro e si è persa l'opportunità di completare la rete delle stazioni ticinesi e di dare al Locarnese l'infrastruttura che merita, mantenendo una situazione inadeguata per migliaia di utenti e penalizzando l'accoglienza turistica».



























