«Sospendiamo chi sapeva ma ha taciuto»

M. Robbiani chiede d'intervenire nei confronti dei docenti che non hanno segnalato le violenze subite da due allievi.
BELLINZONA - «Lascia sgomenti che la scuola sapesse cosa succedeva in quella casa ma non ha fatto nulla». Queste sono le parole del Giudice Amos Pagnamenta ha usato nel dare la lettura della sentenza e condanna a otto anni al cittadino siriano che ha ripetutamente picchiato moglie e figli.
A lasciare senza parole i presenti in aula penale non sono infatti stati soltanto i fatti raccontati e ricostruiti dai diretti interessati ma anche - e lo ha sottolineato pure la procuratrice pubblica Marisa Alfier che si è detta «basita» - il fatto che le violenze vissute fossero state raccontate a più di una persona in ambito scolastico. I due figli avrebbero infatti detto a docenti e altri adulti di riferimento di essere regolarmente vittime di violenze. «A scuola sapevano almeno in sei, di cui quattro bene - ha detto Alfier nel corso della sua requisitoria - per questo saranno aperti dei procedimenti, queste persone avevano l’obbligo di segnalare i fatti».
A parte i procedimenti aperti Massimiliano Robbiani vuole pure capire come voglia procedere il DECS con chi sapeva, ma ho volutamente preferito tacere. Per questo motivo ha deciso di presentare un'interrogazione chiedendo di sospendere chi ha taciuto i racconti e le richieste d’aiuto pervenute dai figli del siriano condannato per tre tentati omicidi. Nell'atto parlamentare, il deputato leghista chiede pure se il DECS sia venuto a sapere solamente durante il processo di cosa non è stato fatto o non detto dalla scuola e se in casi come questi esistano delle regole chiare che i docenti sono tenuti a rispettare.




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