Lugano Airport: «È ora di aprire gli occhi, il giocattolino è rotto»

Matteo Pronzini, Simona Arigoni, Angelica Lepori, tramite un'interpellanza, chiedono al Governo perché abbia deciso «di imbarcarsi in un progetto milionario che non ha futuro»
BELLINZONA - È notizia di questi giorni che nel corso dei prossimi anni anche Swiss potrebbe abbandonare lo scalo di Lugano Agno.
Per l'MPS si tratta della «prova del nove» di quanto affermato e ribadito a più riprese negli scorsi mesi: «Il previsto investimento pubblico con oltre 50 milioni di franchi per il rilancio dello scalo di Lugano Agno sarà un buco nell’acqua. Non vi sono ragioni economiche, commerciali, aziendali e/o turistiche che giustifichino il mantenimento e tanto meno lo sviluppo dell’aeroporto di Agno quale struttura pubblica o di interesse pubblico».
Per il Movimento è quindi «inutile nascondersi dietro un dito ed affermare che non vi è ancora una decisione definitiva (...), bisogna farsene una ragione: il giocattolino di Lugano Agno si è rotto e non serve incaponirsi».
Matteo Pronzini, Simona Arigoni, Angelica Lepori, tramite un'interpellanza, chiedono quindi al Consiglio di Stato:
- Per quale ragione, pur sapendo che il volo di linea Lugano-Zurigo nel corso dei prossimi anni verrà soppresso, ha deciso di imbarcarsi in un progetto milionario che non ha futuro?
- Perché non ha ritenuto necessario informare l’opinione pubblica ed il Gran Consiglio che Swiss ha, da tempo, segnalato la messa in discussione del volo di linea Lugano-Zurigo?
- Anche alla luce delle dichiarazioni del CEO di Swiss concorda che bisogna rinunciare, per lo meno come ente cantonale, a gettare dalla finestra milioni di franchi per un inutile e fallimentare rilancio dello scalo? E dunque bisogna rinunciare a presentare un messaggio al Gran Consiglio per la partecipazione a questo fallimentare progetto di rilancio dello scalo di Lugano Agno?



