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BELLINZONA«Municipio come Mussolini»: la videosorveglianza fa discutere

09.04.18 - 16:25
I consiglieri comunali UDC-Lega hanno presentato un’interpellanza in cui le nuove videocamere vengono accusate di servire al «pettegolezzo», anziché alla sicurezza
TiPress
«Municipio come Mussolini»: la videosorveglianza fa discutere
I consiglieri comunali UDC-Lega hanno presentato un’interpellanza in cui le nuove videocamere vengono accusate di servire al «pettegolezzo», anziché alla sicurezza

BELLINZONA - A Bellinzona «continuano a spuntare nuove e potenti telecamere, poi misteriosamente sostituite da altre». Ne sono convinti i consiglieri comunali UDC-Lega Tuto Rossi, Fabrizio Ferracini, Luigi Calanca, Orlando Del Don e Giulio Deraita, che hanno inoltrato un’interrogazione al Municipio.

I firmatari sostengono che la nuova videosorveglianza a Bellinzona sia in mano a «funzionari che agiscono senza nessuna direttiva» di cui il Municipio è «in balia». E ricorrono a un paragone che loro stessi definiscono «azzardato»: «Mussolini diceva che il cittadino deve vivere in una casa di vetro perché lo Stato deve potere controllare i suoi amministrati e sapere tutto di loro. Aggiungeva che chi non ha nulla da nascondere non deve avere nulla da temere. Abbiamo visto com’è andata a finire».

Per i consiglieri comunali il Municipio sta installando le nuove videocamere di sorveglianza «in segretezza», violando la privacy dei cittadini della città. «I cittadini devono avere la garanzia - è la convinzione dei consiglieri comunali - che le loro facce e i loro comportamenti non girino nelle pennette USB del primo venuto e non finiscano su Facebook». Nell'interpellanza si legge che «recentemente è stato addirittura multato un esercente che alla una di notte fumando una sigaretta dopo il lavoro è stato ripreso a buttare in terra uno scontrino di 7 centimetri per 4!».

UDC e Lega, pur non contestando la necessità della videosorveglianza, criticano «la sua applicazione scriteriata e l’assenza di una costante verifica della salvaguardia dei diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione svizzera a ogni cittadino».

Di seguito le domande poste all’Esecutivo cittadino:

1. Che data e numero ha la risoluzione del Municipio che ha deciso l’installazione delle ultime videocamere?

2. C’è una risoluzione municipale per ogni videocamera installata, oppure c’è una risoluzione generale che vale per tutte?

3. O invece le videocamere sono decise e installate da funzionari o da ditte private sulla base delle loro preferenze senza un’indicazione precisa del Municipio?

4. Quale analisi dei bisogni è stata fatta prima di decidere l’installazione delle videocamere?

5. Chi ha deciso quali sono i luoghi precisi che devono essere videosorvegliati e quali motivazioni ha dato?

6. Quante videocamere ci sono sul territorio della nuova Bellinzona e dove sono ubicate (elencare la data di installazione e l’ubicazione di ogni videocamera)?
a. Quando è stato pubblicato il Messaggio Municipale con la richiesta del credito per l'acquisto delle telecamere?
b. Quando e dove è stato pubblicato il concorso pubblico per la fornitura e l’installazione delle telecamere?

7. La Commissione comunale della protezione dei dati prevista dall’art. 4 dell’ordinanza è stata preliminarmente sentita?
a. Da chi è composta questa commissione?
b. Dove è il suo rapporto concernente le videocamere installate negli ultimi 5 anni?
c. Come mai nel sito del comune di Bellinzona la ricerca della “Commissione comunale della protezione dei dati” prevista dall’art. 8 del regolamento e dall’art. 4 dell’Ordinanza non dà nessun risultato?

8. Come mai non è stata posta un’informazione chiara e ben visibile con tanto d’indicazione della base legale e del servizio responsabile sotto ogni videocamera come previsto dall’art. 5 dell’Ordinanza?

9. È prevista l’installazione di altre videocamere? Se si quante?

10. Di che marca e modello sono, quale potenza di risoluzione, quale raggio di copertura hanno le videocamere attualmente installate?

11. Le videocamere attualmente installate hanno la capacità di registrare anche i suoni e le parole, cosicché se un gruppo di cittadini si sofferma a discutere le loro parole possono essere captate?

12. Il Municipio può garantire che le videocamere installate non siano in grado di penetrare anche in ambienti privati quali appartamenti, uffici, posteggi o negozi, in violazione dell’art. 3 del regolamento?

13. Quanto costa l’organizzazione della videosorveglianza (dall’acquisto degli apparecchi alla gestione)?

14. Come si chiama la ditta che fornisce e installa le videocamere?

15. Ha vinto un regolare concorso pubblico? Se sì quando?

16. La ditta che ha fornito e installato le videocamere ha la possibilità di vedere le registrazioni o le riprese in diretta, magari a scopo di manutenzione del sistema?

17. Quali certificati di garanzia ha ottenuto il Municipio che il sistema di videosorveglianza non possa essere penetrato da terzi, informatici o no?

18. Quali misure ha adottato il Municipio dopo avere sentito la fantomatica Commissione comunale della protezione dei dati per evitare l’uso abusivo, la distruzione, la perdita dolosa o accidentale dei dati personali come richiesto dall’art. 8 del regolamento?

19. Chi sono (nomi e cognomi) i funzionari che hanno accesso alle registrazioni del sistema di videosorveglianza?

20. L’accesso al sistema di videosorveglianza da parte di questi funzionari può avvenire soltanto da ordinatori presenti in determinati uffici, oppure da qualsiasi computer attraverso l’immissione di una password o di un altro tipo di chiave d’accesso?

21. Quali misure ha adottato il Municipio per impedire l’accesso ai locali, l’uso delle attrezzature e la visione delle riprese da parte di persone non autorizzate, come previsto dall’art. 7 dell’ordinanza?

22. Quando e quale formazione specifica hanno ricevuto i funzionari che hanno accesso alle registrazioni delle videocamere, come previsto dall’art. 6 del regolamento?

23. Non ritiene il Municipio che questi funzionari debbano ricevere una formazione in particolare circa i diritti costituzionali del cittadino e l’uguaglianza di trattamento che deve essere costantemente applicata?

24. Quali sono le misure adottate dal Municipio per avere la garanzia assoluta che coloro che hanno accesso alle videoriprese non le utilizzino per diffondere pettegolezzi sull’amico visto rincasare ubriaco, sulla moglie del collega vista a braccetto con un altro, o per schedare il giovanotto che frequenta tutte le notti un certo locale, eccetera?

25. Quali garanzie ci sono che le videocamere vengano utilizzate esclusivamente a scopo di sicurezza e non per multare a casaccio un cittadino che getta una carta per terra?

26. Dove sono scritte le direttive impartite dal Municipio al Comando di polizia per garantire che il potentissimo strumento della videosorveglianza sia utilizzato nel rispetto dell’uguaglianza di
trattamento del cittadino e soltanto per reprimere le azioni manifestamente illegali, come previsto dall’art. 2 del regolamento?

27. Dove sono stoccate le registrazioni e per quanto tempo?

28. Chi sono (nomi e cognomi) i funzionari incaricati di distruggere le registrazioni e quale controllo compie il Municipio per verificare che la distruzione avvenga realmente al più tardi dopo 100 ore come previsto dall’art. 6 del regolamento?

29. Esiste un registro che elenca le avvenute distruzioni e quelle invece comunicate a terzi secondo l’art. 7 del regolamento?

30. Quali sono i controlli predisposti per evitare che un funzionario possa copiare su una pennetta USB o su un disco di Backup le registrazioni per portarsele a casa o cederle a terzi?

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