Scatta l’interrogazione a seguito della sentenza del Tribunale federale che ha annullato l’appalto alla Compodino. Inseriti nella lista cantonale impianti non a norma: «Perché nessuno si è accorto?»
BELLINZONA - Per decenni la gestione e lo smaltimento degli scarti vegetali in Ticino «non hanno funzionato a norma di legge». A sottolinearlo sono i deputati Sara Beretta Piccoli, Michela Delcò Petralli e Germano Mattei, che in un’interrogazione - scattata dopo la decisione del Tribunale federale di annullare l’appalto alla Compodino - chiedono al Consiglio di Stato di fare chiarezza in merito ai controlli di idoneità sui funzionari che hanno allestito la lista cantonale degli impianti di compostaggio per lo smaltimento “del verde”.
Parte di questi - secondo alcuni oltre la metà - non sarebbero infatti a norma, motivo che ha spinto i tre firmatari a chiedere al Governo di fare i nomi dei funzionari responsabili, rei di non essersi resi conto di avere inserito nella lista degli impianti di compostaggio non a norma di legge.
«Com’è possibile che la lista del 2011 - e tutt’oggi in vigore - menzioni impianti fuori norma, seppur come soluzione transitoria?», chiedono i tre deputati, invitando il Consiglio di Stato a chiarire inoltre «la falsità» delle risposte scaturite dall’interrogazione “Veleni sul territorio?” del 2014.
Le domande rivolte al Consiglio di Stato