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LOCARNO«Vorrebbe una multa da un franco, ma non possiamo snaturare la legge»

10.09.19 - 12:02
Niente sconti per Lisa Bosia Mirra, la donna che faceva entrare di nascosto i profughi in Svizzera. A chiederlo è la procuratrice pubblica Margherita Lanzillo
Tipress
«Vorrebbe una multa da un franco, ma non possiamo snaturare la legge»
Niente sconti per Lisa Bosia Mirra, la donna che faceva entrare di nascosto i profughi in Svizzera. A chiederlo è la procuratrice pubblica Margherita Lanzillo

LOCARNO – «All’imputata va riconosciuto l’impegno sociale. Ma non possiamo snaturare la legge». Al processo d’appello in corso a Locarno contro Lisa Bosia Mirra parla la procuratrice pubblica Margherita Lanzillo. La 46enne, ex deputata del PS, è di nuovo alla sbarra per avere aiutato a entrare in Svizzera di nascosto 24 profughi, diretti verosimilmente in Germania. «Non si può banalizzare quanto accaduto. Bosia Mirra pretende il proscioglimento e una multa simbolica di un franco. Dice che il reato non esiste».

Il ruolo da regista – C’è parecchio interesse attorno al processo di Locarno. Diversi i giornalisti e le persone comuni in aula. «Dobbiamo evitare di trasmettere all’opinione pubblica dei messaggi sbagliati – sostiene Lanzillo –. La legge è una difesa contro l’arbitrarietà. È lodevolissimo quanto fatto da Bosia Mirra per i profughi. Ciò che le viene rimproverato è il fatto di essere andata oltre la legge. Chiunque aiuti una persona straniera senza permesso e senza documenti a entrare in Svizzera viola la legge federale sugli stranieri. Bosia Mirra era referente diretto di tutti gli altri protagonisti della vicenda. Si è occupata di tutto l’aspetto organizzativo, faceva perlustrazioni, era la regista di tutto».

Aiuto incompleto – Insomma, la procuratrice non accetta l’idea di uno sconto alla condanna inflitta dal giudice Siro Quadri, nel settembre 2017, alla 46enne operatrice sociale di Genestrerio. Al processo di primo grado, Bosia Mirra era stata condannata a una multa di mille franchi e a una pena pecuniaria di 80 aliquote giornaliere da 110 franchi l'una, sospesa per due anni con la condizionale. «Non ha fatto il bene dei migranti. Ha fatto correre loro molti rischi. L’aiuto prestato non era completo. Non terminava con la consegna a un ente, o a un’istituzione. Non ci si sincerava del loro destino. Non possiamo parlare di un vero aiuto umanitario».

Ha voluto sfidare la legge – Lanzillo mostra comprensione per Bosia Mirra dal profilo emotivo. «Ha visto cose brutte. Terribili. Tuttavia, ha deciso di volere sfidare la legge che ben conosceva. L’imputata non è pentita. Pretende che il suo modo di agire possa essere sminuito. È un pensiero poco educativo. Non è urlando e provocando che si ottiene ascolto e si cambiano le cose».

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