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LUGANO

L’accusa: «Quelle ragazze erano sotto controllo»

Nel processo per usura e promovimento della prostituzione, la procuratrice chiede pene sospese comprese tra 13 e 24 mesi
TiPress
Foto d'archivio
L’accusa: «Quelle ragazze erano sotto controllo»
Nel processo per usura e promovimento della prostituzione, la procuratrice chiede pene sospese comprese tra 13 e 24 mesi
LUGANO – Le oltre duecento ragazze che si prostituivano all’ex postribolo Rosa Nera erano sotto controllo e non avevano altra scelta. È quanto sostiene la procuratrice Chiara Borelli nel processo per usura e promovimento della pros...

LUGANO – Le oltre duecento ragazze che si prostituivano all’ex postribolo Rosa Nera erano sotto controllo e non avevano altra scelta. È quanto sostiene la procuratrice Chiara Borelli nel processo per usura e promovimento della prostituzione in corso davanti alla Corte delle Criminali di Mendrisio, riunita a Lugano. E per i quattro imputati chiede pene sospese comprese tra i 13 e i 24 mesi, «considerando il lungo tempo passato dai fatti».

Una vita nell’illegalità - Le ragazze beneficiavano di un trasporto dall’aeroporto agli alloggi (che pagavano 120 franchi al giorno) e quindi al locale in cui avrebbero lavorato come prostitute. «Potrebbe sembrare un cinque stelle con maschio incluso» afferma la procuratrice, che però sottolinea: «Ma non avevano nessuna libertà, poiché erano straniere, senza permessi, quindi si muovevano nell’illegalità».

La sorveglianza – L’accusa ribadisce, dunque, che le ragazze erano costantemente sorvegliate dagli imputati, sempre presenti al locale: «Dovevano sottostare a una serie di condizioni: erano asservite alla Rosa Nera, non potevano recarsi altrove».

Prestazione usuraia del 220% - Per quanto riguarda poi la pigione giornaliera che le ragazze dovevano pagare per l’alloggio, la procuratrice parla di una prestazione usuraia del 220%. «Nel loro stato di illegalità, non avevano altra scelta». Gli imputati ne hanno dunque approfittato.

I ruoli – Secondo l’accusa nel quartetto il ruolo predominante ce l’avevano inizialmente in due (la cittadina italiana di 40 anni e il 47enne di Chiasso): per loro chiede rispettivamente 24 e 20 mesi, in entrambi i casi sospesi per tre anni. Per gli altri due elementi del quartetto, un 57enne  e un 38enne, entrambi italiani, chiede invece, nell’ordine, 20 mesi sospesi per tre anni e 13 mesi sospesi per due anni.

Parola alla difesa – I difensori (avvocati Sabrina Aldi, Stefano Genetelli, Daniel Ponti e Carlo Steiger) prenderanno la parola domattina alle 9.30. È verosimile che chiederanno il proscioglimento dei loro clienti.

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