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LUGANO«I rapinatori erano pronti a tutto»

28.09.16 - 10:52
Oggi il processo di Castelrotto si è aperto con la requisitoria. Chieste pene detentive comprese tra i 24 mesi e i 4 anni e 3 mesi
TiPress
«I rapinatori erano pronti a tutto»
Oggi il processo di Castelrotto si è aperto con la requisitoria. Chieste pene detentive comprese tra i 24 mesi e i 4 anni e 3 mesi

LUGANO – Sono state chieste pene detentive fino a 4 anni e 3 mesi per i sette imputati a processo per il tentato colpo al portavalori sventato a Castelrotto nell’ottobre 2015. Oggi il dibattimento, in corso alle Assise criminali di Lugano presiedute dal giudice Amos Pagnamenta, si è aperto con la requisitoria del procuratore pubblico Nicola Respini. Una requisitoria che si è concentrata sulla «meticolosa» organizzazione e sulla «pericolosità» del colpo.

«Considerando i loro trascorsi, per i sei principali autori dellla tentata rapina quest’operazione rappresentava un salto di qualità » ha spiegato Respini, sottolineando che «si trattava di un’operazione ardita e rischiosa: non erano in Ticino per una scampagnata». Avevano deciso di prendere di mira un furgone portavalori e nella preparazione della rapina nessuno ha mai sollevato obiezioni sulle armi. «Erano pronti a tutto, anche a legare e portare via la guardia». E questo con la speranza di mettere le mani su «un ingente importo di denaro».: nel furgone erano presenti circa 2,7 milioni di franchi.

Per i sei imputati principali vale, secondo l’accusa, il reato di tentata rapina aggravata. E per quanto riguarda il complice, quanto sapeva di quello che stava accadendo? Il 37enne aveva il compito di portare in Svizzera un membro della banda e di ritirare una borsa contenente gli attrezzi necessari per il colpo. Pensava che si trattasse di un furto? «Ma quel mattino del 16 ottobre, quando ha visto le armi, ormai sapeva che si trattava di qualcosa di più grosso». Secondo Respini, il 37enne è dunque da considerare colpevole di complicità in tentata rapina aggravata.

Nel dettaglio, l’accusa ha chiesto una pena detentiva di 4 anni e 3 mesi per Vincenzo Amante e Salvatore La Spesa; 4 anni per Fulvio Bondio (incensurato) e Fedele D’Amato; 3 anni e 10 mesi per Remo Rizzo e Giorgio Carletti. Per Mirko Concas si parla invece di 24 mesi, «che possono essere posti al beneficio della sospensione con la condizionale» ha concluso Respini.

«Non è il classico assalto alla diligenza» - Professionisti della rapina? Un piano organizzato nei minimi dettagli? La parola è passata ai difensori, per iniziare – come unico intervento della mattinata – con l’arringa dell’avvocato Daniele Iuliucci, legale del 41enne Amante: «Gli imputati non avevano né le capacità né i mezzi di mettere in piedi il classico assalto alla diligenza». Erano spinti, ha affermato l’avvocato, dalle loro condizioni economiche disastrose. «Ma il gruppo non aveva la benché minima idea di come avviene il trasporto portavalori in Svizzera, ritenendo che si trattasse di un obiettivo facile». E sulla presenza di armi, ha ricordato che al momento dell’arresto «gli imputati sono scesi dal furgone senza impugnarle». Iuliucci ha dunque chiesto, per il suo assistito, di limitare la condanna a una pena di 28 mesi, di cui almeno 16 sospesi con la condizionale.

Il dibattimento riprenderà alle 14.

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