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LUGANOOre frenetiche e panico dopo l'omicidio

13.09.16 - 16:51
È stata ricostruita nell'istruttoria di questo pomeriggio, la notte trascorsa dagli imputati dopo il delitto di via Odescalchi
Archivio Tipress
Ore frenetiche e panico dopo l'omicidio
È stata ricostruita nell'istruttoria di questo pomeriggio, la notte trascorsa dagli imputati dopo il delitto di via Odescalchi

LUGANO - Si è conclusa questo pomeriggio a Lugano l’istruttoria del processo per l’omicidio di via Odescalchi a Chiasso. Il giudice ha ricostruito la notte che ha seguito l’omicidio. La fuga da Chiasso e il comportamento degli imputati durante la notte.

Abbandonato a Chiasso - Subito dopo i fatti, Spizhavka, Mavraj e Guimaraes sono fuggiti a bordo della Bmw X5. Lupulescu se n'è andato da solo. A Chiasso rimane solo Berisha, abbandonato dagli altri. Tra gli imputati vi è il panico. Una telefonata registrata sul telefono di Spizhavka mostra come i tre non abbiano intenzione di tornare a prendere l’amico. Gli dicono prima di chiamare Lupulescu, poi di prendere un taxi. A Chiasso abbandonano anche il manganello di Guimaraes e mettono fuori uso i telefoni cellulari.

L’arma del delitto - Qëndrim Berisha rimane a Chiasso. Non sa come allontanarsi, così chiama dei conoscenti chiedendo di essere accompagnato a Lugano. Non prima però, a suo dire, di sbarazzarsi dell’arma del delitto. Lui racconta di averla consegnata a un altro conoscente, incontrato per caso proprio nei pressi di via Odescalchi. Ma finora è stato impossibile risalire a lui. Tanto che il giudice Ermani si è mostrato molto dubbioso sulla sua effettiva esitenza. In seguito, le persone contattate, lo accompagneranno a Lugano.

A Monte Carasso - Mavraj torna a Lugano, ed è li che  incontra di nuovo Berisha e lo accompagna a casa. Circostanza messa in dubbio dal giudice: si tratta infatti di un percorso di circa 200 metri. Mavraj in seguito va a casa a Monte Carasso, dove rimane solo per alcuni minuti. Qui afferma di aver preso dei vestiti, il telefono del fratello e le chiavi dell’appartamento della fidanzata di quest’ultimo. Torna a Lugano e nell’appartamento, che sapeva essere libero, si cambia, guarda le notizie sul teletext e fa numerose telefonate ai famigliari.

Riunioni notturne - A Lugano, nella notte tra il 8 e il 9 ottobre, si sono tenuti anche numerosi incontri. Presenti, soprattutto, membri della famiglia di Berisha, in particolare il padre e uno zio materno. Verso mezzanotte, in uno di questi incontri, erano presenti Berisha, Guimaraes e Mavraj. Alcuni membri della famiglia Berisha e due addetti alla sicurezza del Quyn. Sono quest’ultimi ad aver testimoniato il tenore della conversazione. Non si è parlato infatti, come presumibile, di come risolvere il guaio combinato. Piuttosto, ha fatto notare il giudice Ermani, si sta cercando di risalire all’identità degli albanesi rivali. Non pentimento, quindi, per una situazione di cui si è perso il controllo, ma l’intenzione di chiudere una questione ancora aperta.

Arresti - Il giorno seguente, braccati, gli imputati si sono quasi tutti consegnati o sono stati arrestati. Colui che è fuggito più lontano è Spizhavka, che ha raggiunto la Svizzera interna. Prima della fuga, lo svizzero-ucraino ha anche violato i sigilli di polizia già presenti nel suo appartamento.

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