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LUGANOLa vittima ha sparato quando era già ferita a morte

13.09.16 - 10:55
In aula il video dell'omicidio. Il giudice Mauro Ermani invita le persone vicine alla vittima a lasciare l'aula
tipress
La vittima ha sparato quando era già ferita a morte
In aula il video dell'omicidio. Il giudice Mauro Ermani invita le persone vicine alla vittima a lasciare l'aula

LUGANO - La sera dell’8 ottobre le auto degli imputati arrivarono in via Odescalchi. Erano le 20:15. Una prima auto, guidata da Spizhavka, ha parcheggiato di fianco alla rampa del parcheggio dello stabile in cui viveva la vittima. L’auto è già girata, pronta per andarsene. L’altra auto, intanto, dopo qualche manovra poco comprensibile, imbocca una stradina privata che costeggia lo stabile.

Sono questi i minuti che precedono di pochissimo il delitto di Chiasso, raccontati questa mattina davanti alle Assise criminali di Mendrisio riunite a Lugano. Il processo sta entrando nel vivo. Il giudice Mauro Ermani, interrogando gli imputati, riporta in scena quei concitati momenti.

Nella prima auto, quella parcheggiata davanti allo stabile, ci sono Spizhavka e Guimaraes. Nell’altra, che percorre la stradina, Lupulescu, Mavraj e Berisha. In quegli istanti arriva una terza vettura. A bordo un albanese e al suo fianco la vittima. L’auto accosta e ne scende il portoghese che va a parlare con Spizhavka e Guimaraes.

Iniziano in questo istante le immagini dei video che sono proiettati in aula. Il giudice Ermani ha invitato, con una certa decisione, le persone vicine alla vittima a lasciare l’aula. Immagini forti quelle proiettate. Ogni istante dell’assassinio è stato infatti ritratto da più telecamere di sorveglianza.

Un incontro, quello tra la vittima e il gruppo composto dagli imputati, che era nell’aria da giorni, dalla rissa avvenuta al Quyn di Grancia il 5 ottobre. Le auto degli imputati sono separate. Il primo incontro è tra la vittima e i due occupanti della Bmw X5 di Spizhavka. Lo svizzero-ucraino spiega di essere sceso perché il portoghese gliel’ha intimato con una mano nella tracolla, secondo lui impugnando la pistola. Dall’auto è sceso anche l’italo-brasiliano Guimaraes.

In questi istanti, sull’altra autovettura, Lupulescu, Berisha e Mavraj, incrociano l’albanese che, dopo aver fatto scendere la vittima, fa il giro dello stabile. I due kosovari scendono dall’auto e rincorrono il veicolo del rivale. Il video viene analizzato in tutti i dettagli, con ingrandimenti e rallentatori, per chiarire le intenzioni di tutti. Anche di Lupulescu, rumeno 36enne, che al volante della seconda auto compie alcune strane manovre, secondo lui per trovare un parcheggio (ma sono moltissimi quelli liberi), secondo l’accusa perché i tre stavano cercando la vittima. Senza sapere che a meno di quaranta metri, nel frattempo, questi sta già discutendo con i loro complici.

La seconda telecamera, la sua sigla telecamera 9, mostra le immagini più chiare del delitto. L’auto di Spizhavka è coperta da una siepe. Ma si vede la vittima che discute con lo svizzero-ucraino e l’italo brasiliano. Il portoghese volta le spalle ai due. Quando si rigira viene colpito da Guimaraes con un manganello. A quel punto entra in scena Berisha, ripreso dalla telecamera già con la pistola puntata verso il basso, dove la vittima è accasciata, ed esplode due colpi, i proiettili lo colpiscono alla gamba e al fianco sinistro. I quattro (Lupulescu è rimasto inizialmente in macchina) fuggono.

Solo dopo, secondo quanto si riesce a vedere dalle immagini, anche il 35enne portoghese esplode due colpi. E lo fa probabilmente mentre, ferito mortalmente, si trascina giù per la ripida rampa che conduce al parcheggio sotterraneo dello stabile. Le durissime immagini dell’omicidio sono state mostrate più e più volte sul grande schermo dell’aula per coglierne ogni dettaglio.

Gli imputati, poi, si recano verso l’entrata del Maxim. Poco dopo tornano alle loro auto. E, in quel momento, camminano di fronte alla rampa. Hanno visto o non hanno visto il corpo del portoghese a terra in fondo la rampa? Per questo motivo si configura anche l’ipotesi di omissione di soccorso.

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