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Agenti di sicurezza privati: «Discriminati, sottopagati e sfruttati»

Nando Ceruso punta il dito contro PROSEGUR e i sindacati
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Agenti di sicurezza privati: «Discriminati, sottopagati e sfruttati»
Nando Ceruso punta il dito contro PROSEGUR e i sindacati
LUGANO - Agenti della sicurezza privata discriminati, sottopagati, sfruttati, senza nessuno che li protegga. L'accusa, molto forte, arriva con una lettera e un comunicato stampa firmati dall'ex sindacalista Nardo Ceruso ed è rivolta&...

LUGANO - Agenti della sicurezza privata discriminati, sottopagati, sfruttati, senza nessuno che li protegga. L'accusa, molto forte, arriva con una lettera e un comunicato stampa firmati dall'ex sindacalista Nardo Ceruso ed è rivolta all'indiritto di Unia, OCST e PROSEGUR SA.

I casi denunciati dagli stessi "securini" sarebbero molti. «Una decina di agenti si sono rivolti a me chiedendo sostegno, perché non hanno trovato ascolto neppure in ambito sindacale - spiega Ceruso -. Lo scorso mese di febbraio ho inviato una lettera di sensibilizzazione alla direzione della PROSEGUR SA di Lugano (parte di SECURITAS SA), segnalando le discriminazioni subite dagli agenti di sicurezza assoggettati a contratti precari, vuoti di contenuti sociali e con bassi salari».

Una copia della stessa sarebbe stata inviata anche ai sindacati UNIA e OCST chiedendo un loro intervento. «Purtroppo - prosegue l'ex sindacalista - a distanza di oltre un mese dalla segnalazione nessuno, fatta eccezione di un tentativo di contatto andato a vuoto da OCST con PROSEGUR SA, si è degnato di chinarsi sui problemi evidenziati».

Per Ceruso il silenzio della direzione di PROSEGUR SA e di SECURITAS SA «lascia al quanto a desiderare in quanto a serietà e professionalità aziendale». Ma l'ex OCST si interroga pure sull'atteggiamento dei sindacati: «Il silenzio di UNIA desta non poche perplessità».

Da qui la necessità di rendere pubbliche le denunce. «Il quadro delle condizioni sociali, salariali e lavorative degli agenti di sicurezza privata è desolante», aggiunge.

Ceruso denuncia l’adozione del sistema lavorativo a ore e su chiamata, senza che siano predisposti regolari piani di lavoro. «Questo priva i collaboratori di potersi organizzare non solo la loro vita sociale e famigliare, ma anche nell’ambito lavorativo (con più datori di lavoro) per poter rimediare un salario mensile adeguato alle esigenze economiche famigliari».

La maggior parte degli addetti alla sicurezza faticherebbe a raggiungere le 60 - 70 ore lavorative mensili, con un salario mensile medio che non si discosterebbe dai 1’350 – 1'500 franchi. Gli stessi agenti non sarebbero neppure rimborsati dei costi professionali collegati all'uso del mezzo professionale, i costi del telefono, o degli scarponi professionali (in allegato l'intera lettera di Ceruso a PROSEGUR SA).

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