Cerca e trova immobili
CANTONE

Il Parlamento respinge l’iniziativa anti-dumping

La decisione è arrivata dopo quattro ore di discussione. L'ultima parola spetterà ai cittadini.
Ti-Press
Il Parlamento respinge l’iniziativa anti-dumping
La decisione è arrivata dopo quattro ore di discussione. L'ultima parola spetterà ai cittadini.

BELLINZONA - Dopo quattro ore di discussione, il Parlamento ha respinto l’iniziativa popolare anti-dumping lanciata nel lontano 2019 dall’MPS (in due mesi furono raccolte oltre 7’000 firme): approvato, infatti, con 53 voti, il decreto legislativo annesso al rapporto di maggioranza. L'ultima parola ora spetterà ai cittadini ticinesi attraverso il voto.

Le misure proposte (e bocciate) - Fra le misure proposte dall'iniziativa figuravano l’obbligo, per i datori di lavoro, di notificare i dati dei contratti. E, inoltre, si chiedeva di dotare l’ispettorato del lavoro di «un ispettore ogni 5’000 persone attive sul mercato del lavoro cantonale». Infine, «per lottare contro le discriminazioni di genere», si chiedeva la costituzione di una sezione apposita, con un’ispettrice ogni 2’500 donne attive sul mercato del lavoro.

«È il far west» - «Il mondo del lavoro ticinese è diventato il far west - ha spiegato Pino Sergi (MPS) - prevale la legge del più forte. Lo Stato e ancora meno i sindacati riescono a garantire il rispetto delle leggi e il regolamento».

«Dispendio eccessivo di forze e mezzi» - Contraria all’iniziativa la maggioranza della commissione Economia e lavoro (Cristina Maderni del PLR e Raide Bassi dell’UDC erano le relatrici del rapporto): «Non si denota un numero di infrazioni che giustifichino tale intensità e che, ci sia concesso, comporta per le aziende anche un dispendio di forze e mezzi che potrebbero essere messi a disposizione dei lavoratori».

«Costo dell'iniziativa? Non giustificato» - Inoltre, secondo il documento firmato da PLR, Centro, Lega, UDC e Avanti con T&L, il costo per l'implementazione dell'iniziativa veniva ritenuto «eccessivo e non giustificato da quanto viene riscontrato annualmente, in particolare riferito al numero delle infrazioni e alla loro entità».

«Partenariato sociale? Valore da difendere» - Per Maderni «l’iniziativa ha il grave demerito di mettere in discussione il ruolo del partenariato sociale, che invece è un valore da difendere. Lo scorso anno il metodo attuale ha consentito di controllare circa il 30% dei lavoratori: si vede, quindi, quanto sia pressante la sorveglianza effettuata sul mercato del lavoro». Per Bassi «la domanda» che dobbiamo farci è capire «quali strumenti servono per prevenire gli abusi senza soffocare le imprese con adempimenti inutili».

Rapporto di minoranza: «Spesa sostenibile» - Differenti le posizioni della minoranza (relatore Fabrizio Sirica, PS). «Considerata l’estrema gravità del fenomeno del dumping salariale e sociale», «ritenuto come i rischi psico-sociali siano in aumento» e «volendo finalmente applicare nei fatti la legge sulla parità, eliminando le differenze salariali tra uomini e donne non giustificabili», i firmatari (PS e Verdi) ritengono «assolutamente sostenibile la maggiore spesa per il rafforzamento dell’ispettorato del lavoro».

«Nuova prassi consente di avere più dati» - E, inoltre, sono a favore «di una nuova prassi, che consentirà di disporre di dati estremamente utili per arginare e analizzare il fenomeno del dumping, rendendo più coerenti e concrete le politiche enunciate dal Consiglio di Stato».

Sirica: «Crisi salariale e sociale» - Per Sirica «Nel nostro cantone è aumentato l’indebitamento. Sono decine e decine di migliaia le persone che non raggiungono i 3’500-4’000 franchi netti al mese. Gli ispettori in più servono per fronteggiare la crisi salariale e sociale in cui si trova il cantone».

Vitta: «Iniziativa ridondante e inefficace» - Da parte sua, il consigliere di Stato Christian Vitta ha definito l’iniziativa «ridondante e inefficiente: ha costi elevati senza vantaggi tangibili». La differenza con i salari mediani della Confederazione «è storica e affonda le radici nella collocazione geografica». E, a questo proposito, riguardo ai frontalieri, Vitta ha precisato come, dopo il recente accordo fiscale, i frontalieri siano diminuiti, mentre gli occupati residenti siano aumentati.

La mozione d'ordine - All’inizio della seduta, è stata respinta una mozione d’ordine presentata da Matteo Pronzini (MPS) in cui si chiedeva di rinviare tutto in commissione. «Nel rapporto di maggioranza si fa terrorismo finanziario - ha commentato il deputato dell’MPS - si dice che la nostra iniziativa costerebbe 18 milioni all'anno».

Il numero d'ispettori - La discussione, durata quasi un’ora, si è concentrata sui 166 ispettori stimati come necessari per mettere in pratica l’iniziativa. Una stima contestata dall’MPS e su cui anche altri deputati si sono detti scettici. «Ci sono più scritti - ha risposto Vitta - che spiegano come si arrivi a queste cifre. Non sono figlie dell’improvvisazione come qualcuno vuol far credere».

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
Naviga su tio.ch senza pubblicità Prova TioABO per 7 giorni.

Sappiamo quanto sia importante condividere le vostre opinioni. Tuttavia, per questo articolo abbiamo scelto di mantenere chiusa la sezione commenti.

Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.

Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.

Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!
NOTIZIE PIÙ LETTE