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Ventiquattro deputati a fianco dei fratelli Pokerce

I firmatari chiedono al Consiglio di Stato di fare i passi necessari con l'Ufficio della migrazione affinché i due giovani possano continuare la propria formazione scolastica e professionale.
Tipress
Fonte Lettera Cds
Ventiquattro deputati a fianco dei fratelli Pokerce
I firmatari chiedono al Consiglio di Stato di fare i passi necessari con l'Ufficio della migrazione affinché i due giovani possano continuare la propria formazione scolastica e professionale.

BELLINZONA - Ventiquattro parlamentari (i nomi nel box) si schierano a fianco di Zelal e Yekta Pokerce, i due ragazzi curdi minacciati di espulsione a cui l'Ufficio migrazione ha intimato - è notizia di ieri - di lasciare la scuola e il lavoro.

I deputati in Gran Consiglio hanno firmato una lettera - inviata oggi per email al Governo (lunedì seguirà la versione cartacea) - con cui chiedono allo stesso Consiglio di Stato «di fare i passi necessari presso l’Ufficio della Migrazione Cantonale e presso la Segreteria di Stato alla Migrazione (SEM) affinché sia concessa a Zelal e Yekta Pokerce la facoltà di continuare la propria formazione scolastica e professionale e di concluderla. L’interruzione di questo percorso rappresenterebbe un nuovo trauma per ragazzi che hanno vissuto un’odissea umana e psicologica e che hanno tentato in ogni modo di essere parte della comunità».

La storia dei fratelli curdi - la 21enne Zelal e il 20enne Yekta - era emersa per la prima volta a inizio 2025. Ad aprile, poi, vennero consegnate a Palazzo delle Orsoline oltre 1'700 firme per impedire che i due giovani (e la loro famiglia) venissero rispediti in Turchia. «A nulla sono valsi - ricordano i 24 granconsiglieri che hanno firmato la lettera - gli sforzi di chi si è mobilitato a loro favore né la capacità della famiglia di integrarsi».

Ora la ragazza e il ragazzo dovrebbero infatti smettere gli studi (alla CSIA) e la formazione (come elettricista), restare a casa in attesa della fine della fase di ricorso prima dell’espulsione verso la Turchia. «Al di là dei rischi che correrebbe il padre – e di conseguenza tutta la famiglia – vista la politica condotta dal governo e dai tribunali turchi nei confronti della minoranza curda - si legge nella missiva - per Zelal e Yekta si interromperebbe un percorso di formazione che ha dato loro una luce di speranza». Una luce che ora i deputati sperano possa venire nuovamente alimentata.

I nomi dei firmatari - Giovanni Albertini, Maria Pia Ambrosetti, Sara Beretta Piccoli, Samantha Bourgoin, Simona Buri, Matteo Buzzi, Maurizio Canetta, Fiorenzo Dadò, Ivo Durisch, Danilo Forini, Tiziano Galeazzi, Daria Lepori, Cristina Maderni, Tamara Merlo, Amalia Mirante, Maura Mossi Nembrini, Maruska Ortelli, Matteo Pronzini, Laura Riget, Evaristo Roncelli, Beppe Savary Borioli, Roberta Soldati, Diana Tenconi e Nara Valsangiacomo

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