Monta la rabbia per il divieto della pesca hi-tech

La moratoria che blocca l'uso dei Live Sonar su Verbano, Ceresio e Tresa, non è andata giù ai possessori di questa strumentazione costosa. Il direttore della FTAP: «L'uso di questi "videogiochi" è poco etico. Si torni a pescare come una volta».
LUGANO - Il divieto temporaneo di utilizzare la tecnologia “Live Sonar” per il rilevamento di pesci nei laghi Verbano, Ceresio e nel fiume Tresa, per qualcuno è arrivato come un fulmine a ciel sereno. A storcere il naso, ovviamente, sono coloro che questa strumentazione, dal costo importante, l’hanno acquistata.
«Serve tempo per capire gli effetti reali» - «Nella Svizzera interna – spiega il Dott. Urs Lüchinger, direttore della Federazione Ticinese Acquicoltura e Pesca (FTAP) e membro della Commissione internazionale italo-elvetica – un gruppo di pescatori aveva presentato opposizione al Tribunale federale per annullare il divieto assoluto dell’uso del Live Sonar sul Lago dei Quattro Cantoni. Il Tribunale ha però dato ragione al Cantone, ritenendo lecito il divieto. Da noi, invece, si è preferito optare per una moratoria di tre anni».
Secondo Lüchinger, da noi interpellato, il problema nell’uso di queste apparecchiature appartiene soprattutto alla parte italiana del Lago Maggiore, dove “la Live”, come viene chiamata dagli “insider”, è molto più diffusa: «Si è deciso per uno stop utile da una parte a comprendere l’impatto reale e dall’altra ad attendere le motivazioni del Tribunale federale. Fra tre anni il tema tornerà in Commissione e si deciderà sul da farsi».
Lo stesso Lüchinger non nasconde la rabbia di alcuni pescatori: «C’è chi ha speso anche 10.000 franchi per questi strumenti e ora non può usarli». Come farà, dunque, gli chiediamo. «Tornerà a pescare normalmente», è la risposta. «Alcuni si sono lamentati, ma c’è anche chi, pur avendo utilizzato la Live a livello agonistico, ha condiviso la moratoria ritenendo che ci sia poco fair play nell’uso di apparecchi così avanzati», chiosa.
Oltre alla questione del “giocare pulito”, Lüchinger sottolinea l’impatto che questi sonar tecnologici hanno sugli animali: «Ci vengono segnalati ritrovamenti di trote o lucioperca morti, con ferite nella bocca. Non sappiamo se ci sia una reale connessione con l’uso delle Live, ma occorre capire. Serve tempo».
Lüchinger non accetta il paragone con la pesca con le reti: «Non ha senso: parliamo di due mondi diversi. Chi usa la Live pratica spesso il catch and release, trasformando la pesca in una sorta di videogioco. Per me non è una pratica etica».
«Un passo verso il divieto assoluto. Ma il problema non è il Sonar» - Una visione diversa arriva da Giuseppe De Bernardo, titolare del negozio Europesca di Locarno, che conosce bene le esigenze dei pescatori locali.
«Effettivamente – ammette – pescare con questa strumentazione è un po’ come giocare a un videogioco. Non lo nego, avevo pensato anch’io di provarla. Ma chi usa il Sonar Live, nella maggior parte dei casi, rilascia subito il pesce: pratica il catch and release e non dà fastidio a nessuno. I ritrovamenti di pesci morti non credo siano legati a questo strumento, né a questa pratica».
Per De Bernardo, la moratoria è solo un passaggio intermedio: «Si è deciso per una sospensione di tre anni in attesa di avere basi legali per un divieto definitivo. Ma credo che si proceda un po’ a tentoni. Un esempio? Avevamo proposto di creare aree del Verbano interdette ai retisti: il progetto stava procedendo quanto l’opposizione di un pescatore l’ha bloccato. A quanto pare non c’erano le basi legali per delle bandite sul lago. Anche per quelle stabilite in precedenza». «Ora - prosegue De Bernardo - si vietano le Live senza considerare la loro utilità, come nel caso della cattura del siluro, specie invasiva e pericolosa per la biodiversità. Un esemplare di 65 chili è stato catturato proprio grazie a questa tecnologia».
Il commerciante lancia poi una frecciata: «Abbiamo segnalato la presenza di banchi di siluri alla foce del Ticino. Era primavera… Non abbiamo ancora avuto risposta dall’Ufficio caccia e pesca. Forse sono troppo occupati con il lupo», conclude ironicamente.
Un equilibrio ancora da trovare - La moratoria sul Live Sonar segna dunque una fase di riflessione per il mondo della pesca nelle acque italo-svizzere. Da un lato, la necessità di preservare l’equilibrio dell’ecosistema e garantire pratiche etiche; dall’altro, la volontà di non frenare un’evoluzione tecnologica che potrebbe, se ben regolata, anche diventare un alleato nella gestione delle specie invasive.



