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Salario minimo: 154 casi di irregolarità. Interessati 289 lavoratori

Il DFE: «I controlli indicano un sostanziale rispetto della legge».
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Fonte DFE
Salario minimo: 154 casi di irregolarità. Interessati 289 lavoratori
Il DFE: «I controlli indicano un sostanziale rispetto della legge».
BELLINYONA - «Quasi 13'000 le aziende verificate nei primi tre anni di applicazione. Nel periodo di introduzione della legge cantonale il tasso di infrazione è stato del 3.5%». Sono i dati relativi alla corretta applicazione della legge sul salari...

BELLINYONA - «Quasi 13'000 le aziende verificate nei primi tre anni di applicazione. Nel periodo di introduzione della legge cantonale il tasso di infrazione è stato del 3.5%». Sono i dati relativi alla corretta applicazione della legge sul salario minimo e comunicati dal Dipartimento delle finanze e dell'economia (DFE).

Le aziende controllate - «La Commissione tripartita in materia di libera circolazione delle persone (CT) -si legge nella nota - a tre anni dall’entrata in vigore della legge sul salario minimo (LSM), comunica che le verifiche condotte dall’Ufficio dell’ispettorato del lavoro (UIL) evidenziano un tasso di infrazioni pari a circa il 3.5%.

Nel complesso, dal 2022 sono state controllate quasi 13’000 aziende, per più di 65’000 lavoratori. Inoltre, le linee guida sugli stage – inserite come allegato al regolamento della LSM – si sono rivelate uno strumento efficace per disciplinare lo statuto di stagista in maniera uniforme: i risultati dei primi tre anni di controlli confermano infatti l’assenza di abusi significativi di questa tipologia di impiego ai fini di eludere il salario minimo».

Le irregolarità - «Lo scorso anno - continua il comunicato - sono stati sottoposti a verifica oltre 4’200 datori di lavoro che complessivamente impiegavano più di 18’500 dipendenti. In 154 casi, pari al 3.6%, sono emerse irregolarità, interessando 289 lavoratori (1.6%).

Analogamente a quanto rilevato nel 2022 e nel 2023, nella maggior parte dei casi si è trattato di inesattezze di calcolo, generalmente rettificate dai datori di lavoro, i quali hanno provveduto a corrispondere ai dipendenti quanto loro spettava già prima dell’avvio della procedura sanzionatoria. Infatti, solo in 17 casi l’importo della sanzione – pari al 160% della differenza tra il salario dovuto e quello effettivamente versato – è stato superiore a 2'000 franchi».

«Regolarizzazioni in tempi brevi» - In 1'200 casi «sono state esaminate anche le condizioni salariali determinate da contratti normali di lavoro (CNL). Il tasso di infrazioni riscontrato è dell’8.1% e riguarda 178 dipendenti su 2'571.

Le violazioni riscontrate, analogamente a quanto emerso nell’ambito della LSM, sono spesso frutto di errori contabili, interpretazioni delle categorie professionali o del mancato adeguamento al rincaro. Anche in questi casi, i datori di lavoro hanno in gran parte provveduto a regolarizzare la situazione in tempi brevi».

Il DFE ricorda che «il salario minimo stabilito dalla LSM e quelli definiti da un CNL costituiscono un diritto del lavoratore, il quale può quindi esigere il pagamento della differenza tra la retribuzione effettivamente percepita e l’importo minimo applicabile al proprio rapporto di lavoro. Per maggiori informazioni: www.ti.ch/salario-minimo → Come ottenere il salario a cui si ha diritto.

È inoltre sempre possibile segnalare una presunta violazione salariale alla pagina internet: www.ti.ch/abusi-salariali. Nel 2024 non si sono verificati episodi di dumping ai sensi del art. 360a CO tali da richiedere l’adozione di nuovi CNL, il cui numero è sceso ora a 10, di cui cinque specificamente rivolti agli impiegati di commercio.

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