
Judith Wegmann, sciatrice con deficit mentale, rappresenterà il Ticino ai Giochi di Special Olympics. Il suo animale simbolo è il polpo.
BELLINZONA - Lei non è vedente. E ha un deficit emotivo-comportamentale. Dall'8 marzo parteciperà come sciatrice ai Giochi Mondiali di Special Olympics in programma a Torino. Judith Wegmann, 45 anni, sarà l'unica atleta ticinese in gara. La incontriamo nel suo atélier di Bellinzona.
Un posto aperto a tutti – «È una specie di centro di quartiere – dice –. Aperto a tutti. Anche a chi vuole scambiare due chiacchiere o bere un caffè. Io vengo per cucire. Attualmente sto producendo 80 scaldacollo per la delegazione svizzera che andrà a Torino. Riciclo un sacco di materiale».
1'500 atleti con disabilità mentale – «I Giochi mondiali di Special Olympics – spiega Aldo Doninelli, capo delegazione – sono il corrispondente dei Giochi olimpici o dei Giochi paraolimpici per i disabili fisici. Solo che in questo caso abbiamo a che fare con persone con disabilità di tipo mentale. A Torino ci saranno 8 sport, 1'500 atleti provenienti da oltre 100 Paesi. La delegazione elvetica conta 68 persone di cui 40 atleti che arrivano un po' da tutta la Svizzera. Judith effettivamente è l'unica rappresentante ticinese».
Un animale intelligente – Il messaggio di Judith va ben oltre lo sport. «Ho chiamato il mio atélier Octopus. Perché il polpo a lungo è stato vittima di pregiudizi. Veniva definito un animale scemo e con un cervello minuscolo. Col tempo invece ci si è accorti che è molto intelligente. E si è scoperto che ogni tentacolo ha delle "cellule di cervello"».
Oltre le apparenze – Una metafora che rappresenta un invito ad andare oltre le apparenze. «Sì, oltre quei timbri che si danno alle persone. Senti dire "Tu sei non vedente e allora sei così"... Basta. Sono solo pregiudizi. Così come quelli sulla salute mentale. Io non so nemmeno cosa ho esattamente. E forse non mi interessa neanche a questo punto».
Il risultato – Ma tornando allo sport, quanto conta il risultato per Judith? «È la conseguenza della mia prestazione. Faccio del mio meglio. E poi il piazzamento me lo faccio andare bene. Fate il tifo per me dai».