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LUGANO

«Annullare il concerto? Controproducente. Non contribuirebbe a fermare il conflitto»

La nota del LAC relativa all'evento dell' Israel Philarmonic Orchestra: «Opportunità per costruire ponti».
Ti-Press
Fonte LAC
«Annullare il concerto? Controproducente. Non contribuirebbe a fermare il conflitto»
La nota del LAC relativa all'evento dell' Israel Philarmonic Orchestra: «Opportunità per costruire ponti».

LUGANO - «Nel pieno rispetto delle preoccupazioni espresse, riteniamo che la cancellazione dell’evento sarebbe una scelta controproducente, che non contribuirebbe a fermare il conflitto né a sostenere i diritti umani». A scriverlo, nero su bianco, è il LAC.

La nota - Il comunicato stampa, firmato dalla presidenza e dalla direzione, è arrivato «in merito alle recenti pubblicazioni e richieste dei media». Pochi giorni fa, per esempio, il Coordinamento unitario per la Palestina aveva chiesto di annullare l'evento della Israel Philarmonic Orchestra. Il boicottaggio culturale «è uno strumento controverso che spesso si ritorce contro le stesse persone che cerca di aiutare. La storia ci insegna che il dialogo e il confronto sono sempre stati strumenti più efficaci nel risolvere conflitti e promuovere la pace».

«Annullare il concerto? Negazione di principi fondamentali» - Il LAC «promuove valori come il diritto alla cultura e i diritti umani. Proprio per questo, è importante difendere il diritto di ogni persona – artista e spettatore – di partecipare a eventi culturali senza che questi vengano politicizzati. Annullare il concerto equivarrebbe a una negazione di questi principi fondamentali. Il contratto con Israel Philharmonic Orchestra è stato perfezionato prima dell’integrazione di LuganoMusica nel LAC. Con lo scioglimento della Fondazione LuganoMusica, a partire dallo scorso mese di settembre, il LAC si fa carico di portarne avanti le attività, onorando gli accordi già sottoscritti».

In conclusione, «lasciare che la musica parli potrebbe rappresentare un'opportunità per costruire ponti in un momento in cui il mondo ha tanto bisogno di unità e comprensione».

La nota integrale del LAC

In merito alle recenti pubblicazioni e richieste dei media, la Presidenza e la Direzione di LAC Lugano Arte e Cultura comprendono le preoccupazioni sollevate in occasione dell’esibizione della Israel Philharmonic Orchestra, in un momento in cui la situazione nella Striscia di Gaza suscita angoscia e preoccupazione a livello globale.


Portiamo alla vostra attenzione le riflessioni fatte per offrire un quadro più ampio sulla questione e sull'importanza di preservare gli spazi culturali come luoghi di dialogo e costruzione di ponti attraverso la cultura.


A decorrere dal 2013, lo Stato e la Repubblica del Canton Ticino si è allineato a quanto avviene nel resto della Svizzera e nel resto del mondo, decretando per il 27 gennaio, giorno della liberazione del campo di Auschwitz ottanta anni fa, la data ufficiale de ‘Il Giorno della Memoria’, per ricordare tutti i crimini contro l’umanità e ogni forma di discriminazione. Al LAC riteniamo importante celebrare questa giornata, proprio perché non esiste crimine che cancelli altro crimine, perché crediamo nella giustezza dei valori che questa giornata rappresenta e che rientri nei compiti di un centro culturale perpetrare la memoria della Storia.

Fin dalla sua apertura, nel 2015, il LAC ha celebrato ogni anno il “Giorno della Memoria” con varie iniziative riguardanti tutte le arti e discipline culturali (vedi lista allegata). Quest’anno lo faremo con il concerto della Israel Philharmonic Orchestra (23.01) e con lo spettacolo Il grande nulla di Romeo Gasparini (28-29.01). In questa stagione è presente anche il percorso tematico Oltre le guerre che propone diversi appuntamenti finalizzati a indagare la storia e a riflettere su possibili nuovi scenari di convivenza, apertosi lo scorso 24 settembre dall’incontro con Gad Lerner sui fanatismi identitari.

Israel Philharmonic Orchestra, che il prossimo anno festeggerà i 90 anni di attività, nacque dal sogno di Bronislaw Huberman, violinista polacco vissuto tra il 1882 e il 1947. L’orchestra nacque come Palestine Orchestra con l’obiettivo di riunire musicisti ebrei cacciati dalle orchestre europee a causa delle persecuzioni naziste. Il concerto inaugurale fu diretto da Arturo Toscanini, e da allora l’orchestra raccoglie al suo interno musicisti di ogni religione e nazionalità, accumunati dall’amore per la musica e dagli ideali di libertà e giustizia. A tutt’oggi l’Orchestra non è una organizzazione governativa, non è finanziata né promossa in alcun modo dallo Stato di Israele. È composta da artisti colpiti in prima persona dall’immane tragedia che sconvolge il loro Paese.


L’orchestra non si esibisce con l'intento di "normalizzare" situazioni di conflitto o violazioni dei diritti umani, il suo scopo è condividere la musica come linguaggio universale, capace di parlare a tutti indipendentemente dalle loro opinioni politiche o ideologiche. Imputare a un'orchestra sinfonica la responsabilità delle azioni di un governo o di un esercito è una generalizzazione che non tiene conto delle complessità delle società moderne. All'interno dello stesso Israele vi sono voci critiche verso le politiche governative, movimenti per la pace e attivisti che lavorano instancabilmente per un futuro di convivenza tra israeliani e palestinesi.


Il boicottaggio culturale è uno strumento controverso che spesso si ritorce contro le stesse persone che cerca di aiutare. La storia ci insegna che il dialogo e il confronto sono sempre stati strumenti più efficaci nel risolvere conflitti e promuovere la pace. Il LAC promuove valori come il diritto alla cultura e i diritti umani. Proprio per questo, è importante difendere il diritto di ogni persona – artista e spettatore – di partecipare a eventi culturali senza che questi vengano politicizzati. Annullare il concerto equivarrebbe a una negazione di questi principi fondamentali.

Il contratto con Israel Philharmonic Orchestra è stato perfezionato prima dell’integrazione di LuganoMusica nel LAC. Con lo scioglimento della Fondazione LuganoMusica, a partire dallo scorso mese di settembre, il LAC si fa carico di portarne avanti le attività, onorando gli accordi già sottoscritti.

In conclusione, nel pieno rispetto delle preoccupazioni espresse, riteniamo che la cancellazione dell’evento sarebbe una scelta controproducente, che non contribuirebbe a fermare il conflitto né a sostenere i diritti umani. Al contrario, lasciare che la musica parli potrebbe rappresentare un'opportunità per costruire ponti in un momento in cui il mondo ha tanto bisogno di unità e comprensione.



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