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BELLINZONA

Il caso della carta alla Residenza Leche Park

Spariscono i container e diversi inquilini si ribellano. L'amministrazione: «Una scelta dei proprietari per una questione di decoro»
Residenza Leche Park
Il caso della carta alla Residenza Leche Park
Spariscono i container e diversi inquilini si ribellano. L'amministrazione: «Una scelta dei proprietari per una questione di decoro»

BELLINZONA - Ha creato un certo malumore tra gli inquilini della Residenza Leche Park, la recente scomparsa dei cassonetti dedicati alla raccolta della carta. Una decisione che, all'apparenza, sarebbe stata presa dall'amministrazione condominiale per una questione di decoro. Di fatto, ora, gli inquilini devono provvedere autonomamente al trasporto dei rifiuti cartacei presso la discarica.

Tale decisione, secondo molti, «non solo crea un evidente disagio, ma appare in contrasto con le normative comunali e con il servizio incluso nelle spese condominiali». Così riporta il documento firmato da una 50ina di inquilini per richiedere la revisione della decisione e/o la convocazione di un'assemblea straordinaria.

I condomini citano il sito ufficiale della Città di Bellinzona, secondo cui il servizio di raccolta della carta e dei cartoni avviene ogni due settimane, al mercoledì, ed è compreso nella tassa rifiuti (che rientra nelle spese condominiali). «Non è quindi possibile sopprimere questo servizio, che rappresenta un diritto per i condomini - viene fatto notare -. Qualora vi siano problemi di gestione o sovraccarico dei cassonetti, l’amministrazione è tenuta a potenziare il servizio, ad esempio aumentando il numero dei cassonetti».

Il problema di sovraccarico, evidentemente, la Residenza (composta da quattro palazzi con oltre 20 appartamenti ciascuno), lo aveva. Ma è stato gestito eliminandolo all'origine. Peccato che la soluzione non sia stata gradita ai più. Anche perché, fanno notare gli inquilini, lo spazio per l’aggiunta di ulteriori cassonetti era disponibile e sarebbe dovuta essere «responsabilità dell’amministrazione provvedere all’installazione di contenitori aggiuntivi».

L'amministrazione: «Così hanno deciso i comproprietari» - Alla lettera inviata dai condomini e inquilini il 27 di dicembre scorso, l'amministrazione ha risposto in data 10 gennaio. Segnalando quanto segue: «La decisione legata alla rimozione dei container non è stata presa dall'amministrazione, bensì dalla maggioranza dei comproprietari dell'intera Residenza. Pertanto è e resta valida e invariata».

Nella lettera viene precisato inoltre che la tassa rifiuti copre lo smaltimento degli stessi. «Questo può avvenire con la variante porta a porta o recandosi in un qualsiasi ecocentro della città. Visto e considerato che la variante porta a porta non ha mai funzionato, si è giunti alla decisione attuale. La tassa rifiuti è da pagare obbligatoriamente indipendentemente dalla presenza o meno dei container per la carta».

«Era una bidonville. Non c'era decoro» - Un punto su tutta questa vicenda vuole mettercelo anche Vito Auciello, comproprietario e promotore della richiesta di rimozione dei container: «Nostro malgrado siamo arrivati alla decisione di rimuovere i cassonetti per una questione di decoro. Era diventata una bidonville e quando pioveva era un disastro. La misura è stata voluta dalla maggioranza dei comproprietari, unici che hanno diritto di firma».

Sulla battaglia dei condomini contrari alla rimozione dei container Auciello taglia corto: «Mi spiace, ma chi è inquilino non ha diritto di voce sulle decisioni della Residenza. Spiace che un certo senso civico non appartenga a tutti. L'ecocentro più vicino è a due passi. Un piccolo sacrificio per un contesto più dignitoso non mi sembra questo grande sforzo».

Gli inquilini non si arrendono - La resa, tuttavia, non è ancora arrivata. Lo dimostra la risposta inviata all'amministrazione in cui si informa che, in mancanza dei container, i cartoni verranno depositati quotidianamente nell’area precedentemente dedicata, come avveniva in passato. «Senza container adeguati - sottolineano gli inquilini -, i rifiuti rimarranno inevitabilmente esposti per più giorni, con un impatto negativo sul decoro».

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