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LUGANO«Ho chiesto a Babbo Natale di portare lucidità alla procuratrice pubblica»

21.04.22 - 13:31
L’avvocato alla sbarra per truffa e appropriazione indebita ha inviato una lettera diretta a Babbo Natale alla PP.
tipress
«Ho chiesto a Babbo Natale di portare lucidità alla procuratrice pubblica»
L’avvocato alla sbarra per truffa e appropriazione indebita ha inviato una lettera diretta a Babbo Natale alla PP.
«Ho chiesto che le portasse più lucidità nel guardare le carte relative ai fatti», ha dichiarato.

LUGANO - Respinge gran parte delle accuse formulate nei suoi confronti, l’avvocato oggi a processo alle Assise criminali di Lugano per numerosi reati, tra cui truffa, appropriazione indebita e inganno nei confronti dell’Autorità. E per convincere la Procuratrice pubblica Francesca Piffaretti-Lanz della sua innocenza ha adottato una tecnica decisamente singolare: ha mandato a casa sua una lettera che riguardava lei, ma indirizzata a Babbo Natale. «È una tradizione, lo faccio ogni anno da quando ero piccolo», ha spiegato l’imputato, «quindi lo scorso dicembre ho chiesto a Babbo Natale che portasse alla PP un po’ di lucidità in più, nello stabilire quel che ho fatto e quel che non ho fatto, esaminando le carte».

«Non era un’offesa» - Contrariato il giudice Amos Pagnamenta, che ha chiesto all’uomo se ritenesse opportuna questa lettera. «Non mi sembra di essere stato offensivo», ha risposto il 57enne. «Con il senno di poi», ha però ammesso, «effettivamente la lettera non mi sembra opportuna».

Macchine e alimentari - Durante la prima parte del processo sono poi state discusse le accuse di appropriazione indebita e truffa. Al centro degli eventi, avvenuti tra settembre 2013 e aprile 2021, c’è una società denominata SAMAGEST SA, all’epoca con sede a Grono, che era formalmente attiva nella compravendita di alimentari. La società acquistava però anche numerose auto, anche di pregio, in leasing, che secondo l’uomo «servivano per il trasporto della merce».

Giochi di identità - A detta dell’avvocato, che in Svizzera era attivo professionalmente «come consulente», lui aveva semplicemente fatto da tramite per la compravendita della società, auto comprese, tra un suo fantomatico cliente proprietario della società, la cui identità risulta inesistente, e un acquirente. L’uomo è però sospettato di essere sempre stato il vero proprietario, e di essersi celato dietro una falsa identità, cedendo la società a una persona che però agiva sempre dietro sue indicazioni, una sorta di uomo burattino.

Le auto fantasma - L’avvocato ha spiegato inoltre di aver coordinato innumerevoli e caotiche compravendite di auto facendo tramite tra clienti. L’accusa ritiene però che si sia appropriato indebitamente di veicoli intestati formalmente alla SAMAGEST per un totale di oltre 70mila franchi, ingannando i garagisti e interrompendo il pagamento delle rate di leasing dovute a numerose società finanziarie di leasing. Auto che poi venivano immatricolate all’estero e scomparivano dai radar. Alcune di queste, spicca nell’atto d’accusa, sono poi state ritrovate tra Francia, Germania e Portogallo. L’uomo, per quanto riguarda il capitolo auto in leasing, deve rispondere anche al reato di truffa per un importo pari a più di 370mila franchi.

Truffe Covid - Con l’arrivo della pandemia, i presunti imbrogli si sono moltiplicati. L’imputato è infatti sospettato di aver commesso delle truffe relative ai crediti Covid. L’uomo avrebbe fatto allestire falsa contabilità per ottenere aiuti Covid per la SAMAGEST SA e altre società. L’avvocato, dal canto suo, ha ammesso di aver «compilato la modulistica per richiedere gli aiuti Covid» per conto di alcune società, ma ha precisato di non aver mai inoltrato nessun documento. «Io compilavo sulla base dei dati che le società mi fornivano, ma a inoltrare le richieste erano gli amministratori delle aziende».

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