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SANT’ANTONINO

I 13 collaboratori tagliati da Manor ora hanno un nome

La direzione li ha convocati lunedì. Per 3 il contratto scade il 31 dicembre, riduzione della percentuale per gli altri.
I 13 collaboratori tagliati da Manor ora hanno un nome
TiPress - foto d'archivio
I 13 collaboratori tagliati da Manor ora hanno un nome
La direzione li ha convocati lunedì. Per 3 il contratto scade il 31 dicembre, riduzione della percentuale per gli altri.
Il responsabile della comunicazione: «La consultazione prevista dalla legge è stata completata e i dipendenti hanno accettato le modifiche»
SANT’ANTONINO - È passato quasi un mese da quando Manor ha annunciato il taglio di 385 posti di lavoro nei suoi grandi magazzini svizzeri (era il 17 agosto). Da allora l’ansia e l’incertezza hanno caratterizzato la vita di chi og...

SANT’ANTONINO - È passato quasi un mese da quando Manor ha annunciato il taglio di 385 posti di lavoro nei suoi grandi magazzini svizzeri (era il 17 agosto). Da allora l’ansia e l’incertezza hanno caratterizzato la vita di chi ogni giorno si reca in filiale. In Ticino si è parlato del taglio di circa sedici posti (due di media per filiale). Tra le filiali più colpite quella di Sant’Antonino: 13 collaboratori licenziati su 72. Che ora hanno un nome e un volto. 

Lunedì mattina, infatti, i 13 sono stati convocati uno per volta in ufficio. Da nostre informazioni, a tre di loro sarebbe stata comunicata l’interruzione definitiva del rapporto di lavoro con effetto 31 dicembre 2020. Per gli altri ci sarebbe invece stato il “licenziamento cautelativo”. In pratica: o accettate la riduzione della percentuale lavorativa e il cambio di funzione (ad esempio da specialista di settore a generico collaboratore), oppure anche per voi il contratto scade a fine anno. I dieci collaboratori hanno sette giorni di tempo per decidere se accettare il nuovo contratto oppure salutare l’azienda per sempre. 

Inutile dire che sugli interessati si sono abbattute nubi nere. Se è vero che non era una notizia inaspettata, per alcuni si è trattato di un vero e proprio «plotone di esecuzione». Il culmine di quello che l’OCST ha definito «un clima d'incertezza insopportabile» nei volantini distribuiti la scorsa settimana presso tutti i centri Manor del Ticino quale atto di sostegno al personale. E che va a sommarsi ai 32 licenziamenti «operati in modo chirurgico» tra settembre 2019 e marzo 2020 nelle otto sedi ticinesi e al sottaciuto «aumento della settimana lavorativa da 41 a 42 ore senza adeguamento salariale».

Manor, interpellata, sottolinea nuovamente che «il Ticino come regione è meno colpito dalla ristrutturazione rispetto alla media». Ristrutturazione che comprende «licenziamenti e riorganizzazioni», come «disdette con riserva di modifica» (diminuzione della percentuale). «Tutte le discussioni e la consultazione previste dalla legge sono state completate e i dipendenti a San'Antonino hanno accettato le modifiche», annota dal canto suo il portavoce della comunicazione Fabian Hildbrand. Che sui «dipendenti di lunga data» precisa: «Riceveranno un compenso finanziario più elevato in conformità con le misure sociali o riceveranno un'offerta di pensionamento anticipato». E conclude: «Se ci sono casi di disagio, saranno trattati separatamente».

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