L’assurda storia di una 37enne alle prese con una malattia degenerativa. Ora potrebbe avere finalmente una diagnosi. Eppure l’Atupri non le copre le spese
LUGANO – Una lotta infinita, contro i mulini a vento. È quella di una 37enne del Luganese opposta alla sua assicurazione malattia, la Atupri. La ragazza soffre di una malattia degenerativa rara. Non ha ancora una diagnosi chiara. Ma avrebbe la possibilità di sottoporsi ad alcuni esami decisivi in questo suo percorso. La Atupri le nega qualsiasi copertura. Senza darle spiegazioni precise. «Sono affranta. Sono mesi che mando email, c’è anche la mia neurologa che li tampina. E continuano a darmi picche».
Una vicenda drammatica – La storia della 37enne in questione è particolarmente drammatica. Perché fino a qualche anno fa aveva una vita praticamente normale. Poi qualcosa nel suo organismo è cambiato. Logorandole i muscoli. Oggi si muove in sedia a rotelle. È una lottatrice. Ma non nega momenti di sconforto. «Il vero problema è che non so cosa ho esattamente. Non c’è una diagnosi precisa. Finalmente intravedevo la possibilità di averne una. Ma la mia cassa malati, che pago regolarmente ogni mese, mi nega qualsiasi copertura».
La speranza – Per la 37enne i test in questione non equivarrebbero unicamente ad avere, forse, una definizione della situazione clinica. «Ma potrei anche finalmente cercare di curarmi, in base a quanto emergerebbe. Invece no. Non mi è consentito».
Corrispondenza infinita – La corrispondenza tra la giovane donna e i collaboratori della cassa malati è infinita. Tio/ 20 Minuti ne è entrato in possesso. La 37enne non solo si trova confrontata con una serie di rifiuti ingiustificati. Ma deve spesso sollecitare le risposte di medici e specialisti che si rimbalzano le responsabilità l’un l’altro. «È terribilmente stressante per me questa situazione. Non so più cosa fare. Ogni volta mi scrive o mi contatta una persona diversa. E sempre con argomentazioni evasive».
Si spera in una chance – Eppure, la 37enne si è documentata per bene, prima di inoltrare la richiesta ad Atupri. E cita la LAMal. «Io mi merito questa chance. Perché questi esami potrebbero cambiare veramente e concretamente la mia vita. Non sono esami fatti a caso».
La voce di Atupri – Ma come ne pensa l’Atupri? Tio/ 20 Minuti ha interpellato Neda Golafchan, portavoce della nota cassa malati. «Comprendiamo che in questa situazione deve essere fatto tutto il possibile dal punto di vista medico per influenzare positivamente il decorso della malattia. Tuttavia, solo i costi che soddisfano i requisiti di legge possono essere a carico dell’assicurazione sociale. Nonostante ripetute valutazioni da parte dei medici di fiducia, non è stato possibile formulare raccomandazioni positive a favore dell’assunzione dei costi».
Ci vuole concretezza – Le analisi genetiche sarebbero costose e l'Ufficio federale della sanità pubblica ha associato l'assunzione dei costi a diversi requisiti, a seconda dell’analisi. «Il prerequisito è sempre che vi sia un concreto sospetto di malattia, che può essere comprovato da analisi genetiche. Inoltre, dall’analisi genetica deve emergere che il risultato renda possibile un trattamento medico o che il trattamento precedente possa essere adattato».
Probabilità di “successo” – Insomma, ci deve essere una certa probabilità di “successo” con questi test. «Il medico curante deve essere in grado di spiegare come questi prerequisiti vengano soddisfatti. Solo allora l’assicurazione malattia può assumersi i costi per l’analisi genetica».
Requistiti che mancano – Nell’aprile 2019 il medico curante della paziente aveva presentato una domanda di assunzione dei costi delle analisi genetiche. «Poiché non è stato presentato né un concreto sospetto di malattia né le conseguenze terapeutiche che ne derivano, il medico di fiducia ha richiesto ulteriori informazioni. Nonostante il medico curante sia stato contattato due volte ai fini di un chiarimento, non è stato possibile dare risposta a queste domande. Nel mese di agosto, i medici di fiducia incaricati della valutazione hanno pertanto concluso che i requisiti per le prestazioni dell'assicurazione di base non erano soddisfatti».
Una reazione rabbiosa – La 37ennne è esterrefatta di fronte alle argomentazioni di Neda Golafchan. Furiosa. «I requisiti in realtà sono rispettati. Questo è stato spiegato alla Atupri sia dal mio medico curante, specialista neurologo, sia dalla sottoscritta. C’è tutto scritto. Mi stanno negando la possibilità di curarmi. E non hanno dato alcuna motivazione fondata. È una vergogna».