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CANTONEMigrare o finire in assistenza? «Vogliono lavoro, non sussidi»

17.05.19 - 06:00
Over 50 in disoccupazione, il deputato Giorgio Fonio porta altri esempi e spiega come lo Stato può intervenire, sostenendo finanziariamente le aziende che assumono gli ultracinquantenni
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Migrare o finire in assistenza? «Vogliono lavoro, non sussidi»
Over 50 in disoccupazione, il deputato Giorgio Fonio porta altri esempi e spiega come lo Stato può intervenire, sostenendo finanziariamente le aziende che assumono gli ultracinquantenni

LUGANO - «L’ultimo, recentissimo, caso è stato quello di un uomo che ha lavorato per tutta la vita in banca e a 60 anni, dall’oggi al domani, poveretto, è stato messo alla porta. Riorganizzazione aziendale, la motivazione...». Non sono storie isolate quelle degli ultracinquantenni che hanno perso lavoro e fiducia nel futuro. Ieri su Tio/20Minuti due di loro sono usciti allo scoperto per denunciare la loro «sensazione di abbandono», oggi invece è il deputato del Ppd Giorgio Fonio a raccogliere il testimone. Lui sindacalista e firmatario, assieme al presidente del suo partito Fiorenzo Dadò, dell’iniziativa parlamentare elaborata over 50, ha una visione quasi giornaliera di questi drammi.

«Arrivare a 60 anni e chiedersi cosa faccio - racconta Fonio -. Ho percepito in quest’uomo lo spaesamento totale, l’abbattimento e la consapevolezza di non poter più rientrare nel mondo del lavoro. E davanti a lui il percorso ad ostacoli di raggiungere, con grandi difficoltà, l’età della pensione».

Un’altra recente storia che le è rimasta impressa?

«Ho conosciuto un disoccupato che ha mollato tutto e, piuttosto che finire in assistenza, ha prelevato quel poco che aveva di secondo pilastro ed è partito per il Sud America dove ha aperto un piccolo bar. Gli auguro tutta la fortuna del mondo, ma non è questa la soluzione che auspichiamo».

Disoccupazione e poi assistenza. Sembra un percorso oggi quasi segnato…

«Sì, ma spesso sono persone che non vogliono accedere all’assistenza. Perché è una condizione che vivono come un’umiliazione. Spesso, inoltre, non ne hanno diritto. Non perché siano milionari, ma perché hanno magari acquistato una piccola casa. Parliamo di un ceto medio-basso. Al posto dell’affitto, pagano l’ipoteca. Poi viene a mancare il salario e tutto crolla».

In un mercato sano la via d’uscita sarebbe trovare un nuovo posto. O no?

«Ne ho discusso a lungo con lui, ma la possibilità che questo signore rientri nel mondo del lavoro è purtroppo vicina allo zero e questo non può essere accettato!».

Molti disoccupati colpevolizzano gli Uffici regionali di collocamento. È lì il problema?

«Gli URC cercano e fanno, il problema non sono loro, ma il mercato stesso. Non dimentichiamoci inoltre la concorrenza con cui gli URC sono confrontati, quella delle agenzie interinali!».

E poi c’è la politica che dovrebbe fornire risposte. Voi ne avete presentata una: un’iniziativa parlamentare mirata proprio sugli over 50. Di cosa si tratta, in sintesi?

«L’obiettivo è di evitare che gli ultracinquantenni dopo una vita di lavoro finiscano in assistenza a causa di scelte speculative. La mia chiara percezione è che queste persone non chiedono sussidi per stare a casa. Questi uomini e donne chiedono di poter lavorare! Perché il lavoro è dignità».

E dunque cosa proponete?

«Chiediamo che lo Stato sostenga quelle aziende che assumono questa fascia di popolazione. Oggi ci sono aiuti molto ridotti, noi proponiamo di intervenire con un sussidio del salario pari al 60%. Varia la durata, che sarà più lunga per una classe d’età più alta».

In pratica si tratta di usare diversamente i soldi oggi versati per l’assistenza?

«Ma non solo. Secondo me l’impatto sulle casse pubbliche sarà minore. Non fosse altro che oggi la persona in assistenza presenta spesso disagi psichici e problemi di salute che hanno un costo. C’è poi un ulteriore aspetto poco considerato...».

Quale?

«I giovani oggi iniziano più tardi a lavorare e anche il progetto di famiglia è posticipato. Sempre più ci saranno persone di 50 anni con i figli ancora agli studi. Il mercato del lavoro che esclude gli over 50 ha e avrà ricadute sempre più pesanti sulle famiglie e sulla stessa formazione dei figli».

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COMMENTI
 

sedelin 5 anni fa su tio
gli ultracinquantenni hanno un tesoro: l'esperienza. i politici dovrebbero poter intervenire presso le aziende con una legge che le obblighi contrattualmente a farli lavorare fino al pensionamento. poi c'è un paradosso: da una parte l'idea di alzare l'età di pensionamento, dall'altra le ditte che l'abbassano a 50 anni... allora i politici lavorino a qualcosa di concreto!

navy 5 anni fa su tio
Con l’esplosione dei casi di assistenza, forse la politica (tutta quanta) farà meno proclami e farà qualcosa. Se da una parte avere un cantone pieno di frontalieri conviene a l’economia così come ad una certa politica, l’esplosione dell’assistenza farà (spero) da bilanciere. Avere frontalieri permette (permetteva....) un mancato aggravio sulle casse della disoccupazione e così una ipocrita convenienza, l’assistenza obbligherà di affrontare il problema e non scaricare come feccia gente che ha contribuito a far girare l’economia non “solo” lavorando ma abitando, spendendo, vivendo in Ticino. Ho 52 anni e ringrazio la fortuna di lavorare ancora ma.....per quanto?

vulpus 5 anni fa su tio
Ci sono 2 tipologie di lavoro: una manuale , che più nessuno vuole fare e una informatica, dove tutti si accalcano. Evidebte che poi il giovane capetto si dia da fare per assumere i suoi coetanei e lasciare a casa chi ha conoscenze ed esperienza. Pur di far bella figura con chi stà sopra. E se pensiamo che il buon Berset propugna il posticipo dell'età pensionabile. Purtroppo con questo agire vanno perse montagne di conoscenze.

LAMIA 5 anni fa su tio
Basta lavoro a cani e porci e invece lavoro a residenti che pagano tasse e i servizi

dan007 5 anni fa su tio
Basta diminuire i costi per le aziende che tengono i oltre 50 enni incentivi e sgravi fiscali invece uno dopo 50 anni costa di più quello è uno scandalo in Svizzera poi ingaggiano un italiano impensabile 30 anni fa

centauro 5 anni fa su tio
Risposta a dan007
Un po' di punteggiatura?

castigamatti 5 anni fa su tio
io credo che ci sia anche una buona fetta di 60enni che vorrebbe ridurre o smettere di lavorare ed io sono uno di quelli. Purtroppo si viene troppo penalizzati economicamente e per sempre, non solamente per i 5 anni che mancano al pensionamento. Si potrebbe assicurare una rendita molto ridotta per i 5 anni, ma a 65 anni percepire una regolare pensione. Molti posti di lavoro si liberebbero

dan007 5 anni fa su tio
Risposta a castigamatti
Côme fai a smettere di lavorare impossibile pagare tutte le fatture lassicurazuine malattia e già tra i 600 franchi con franchigia a 2500

gmogi 5 anni fa su tio
Che incomincino a dare i sussidi, poi quando elaborerete un sistema migliore ( ma credo che sia difficile) lo cambierete. Perché se adesso ognuno incomincia a sfornare idee alla fine non si farà più nulla come al al solito. Certo che se le cose andassero veloci come il problema delle auto aziendali guidate da stranieri; ma lì si sa, si tratta dell’orticello privato di molti quindi..

francox 5 anni fa su tio
Io giudico la civiltà di un popolo guardando come vengono trattati i loro vecchi e noi siamo messi male, sempre peggio. Fino a quando i capi prenderanno un premio se si liberano di un cinquantenne ben stipendiato per assumere un ventenne pagato la metà, le cose non cambieranno di certo. I nostri nonni si stanno rivoltando nelle tombe e sono sicuro, anche quelli dei capi "terminator".

gmogi 5 anni fa su tio
Risposta a francox
I capi “terminator” saranno i futuri oltre 50enni disoccupati. Ho visto come sono finiti i “lecca lecca” che hanno lasciato a casa me (61anni) e quindi nella disgrazia mi ride il cu.....

lucafdl 5 anni fa su tio
A me sembra una buona idea :-)

roma 5 anni fa su tio
...mentre il tempo scorre e sempre più persone finiscono in assistenza la politica produce il solito bla-bla-bla senza produrre nulla.

roma 5 anni fa su tio
...queste sfortunate persone sono la prova vivente della nullità dei nostri politici di destra, di centro, di sinistra, di sopra e di sotto. ...fra l'altro, poi, il periodo di elezioni è terminato come pure il tempo delle...promesse...
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