Un francese parcheggia fuori zona e la polizia comunale lo rintraccia mentre sta cenando al Grotto dell’Ortiga. «È la prassi?» si chiede il ristoratore, che ha risarcito i 40 franchi al cliente.
MANNO - È una storia un po’ urticante, come il nome del locale - il Grotto dell’Ortiga - dove lo scorso 7 maggio, «un martedì sera qualsiasi», c'è stata un po' di maretta. A raccontare l’accaduto è lo stesso proprietario, Antonio Mazzoleni, che in uno scritto dal titolo “Come ti cucino il turista” protesta per l’irruzione - a suo dire ingiustificata - di due agenti della Polizia comunale nel suo ristorante dove stavano cenando alcuni francesi.
Il racconto del ristoratore - «Da dove spuntano e che ci fanno? Cercano - racconta Mazzoleni - il proprietario di un’automobile targata Francia parcheggiata fuori area nel nucleo del paese. Non è d’intralcio alla circolazione, ma gli agenti chiedono di spostarla immediatamente e di saldare sul posto la relativa contravvenzione». Fanno 40 franchi, ma l’automobilista non ha con sé moneta svizzera. «Pas de problème!», gli dicono: 40 euro van bene.
La via crucis degli incassi - Secondo quanto riferisce ancora Mazzoleni, gli agenti procedono all’incasso e spiegano anche perché: trattandosi di un’auto straniera preferivano riscuotere subito piuttosto che affidarsi a complicati iter burocratici dall’esito incerto. Non va infatti sottaciuta un’altra realtà: le ingiunzioni per multe della circolazione non pagate da debitori residenti nell’Ue ammontano - secondo una recente risposta del governo all’interpellanza dell’ex deputato Daniele Casalini - a 6’653 casi per 1 milione e 20mila franchi.
«Quanto è prassi? - Una giustificazione, quella della procedura tortuosa, che però lascia perplesso il ristoratore, il quale solleva alcuni interrogativi. Da quello più semplice, ossia se non «bastava lasciare un foglio di contravvenzione sul parabrezza del veicolo», a quello più generale: «Se è prassi quando si tratta di un forestiero, andare a scovarlo - con due agenti in divisa - nei bar/ristoranti/alberghi o dove diavolo si trova per sanzionarlo sul posto?».
«Danno al turismo» - Dopodiché Mazzoleni fa il suo mestiere e tirando l’acqua al proprio mulino allarga il discorso: «È prassi? Così fosse, staremmo freschi confrontati come siamo con un turismo costantemente al ribasso sommato al declino endemico del settore della ristorazione e alberghiero. Un tale agire danneggerebbe non solo il locale interessato ma pure l’immagine del Ticino».
Alla fine ha pagato l'oste - Resta l’arrabbiatura del gerente che, seguendo l’esempio recente di un commerciante zurighese abituato a pagare di tasca propria le multe ai suoi clienti, ha messo mano al portamonete: «Per salvare il salvabile - dice -, anche se non eravamo responsabili, ho rimborsato ai nostri ospiti l’importo della multa, non perché ingiustificata ma per il modo inconcepibile in cui è stata comminata».