Ancora confusione attorno all’autostrada Pedemontana Lombarda. I gestori: «Gli errori capitano». Intanto, chi non paga rischia multe salate. Il TCS: «Giusto adeguarsi»
BELLINZONA – Le hanno chiesto di pagare il passaggio lungo la Pedemontana. Ma lei, una 71enne del Bellinzonese, non aveva neanche più quella macchina. Le targhe, come confermato da un documento della Sezione della circolazione di Camorino, le aveva consegnate da un anno. È solo uno dei tanti curiosi aneddoti inerenti il tratto autostradale lombardo, molto frequentato dai ticinesi che si recano a Malpensa ad esempio. C’è anche chi, come un 36enne locarnese, ha ricevuto da pagare il passaggio per giorni in cui la sua auto era nell’officina di un garage. Un altro ragazzo di Camorino, invece, si trovava a Ibiza, al momento del presunto passaggio della sua macchina dalla Pedemontana.
Una seccatura da posticipare – Quello che a noi sembra fantascienza in realtà è un sistema adottato già da tempo in Stati come il Portogallo o la Nuova Zelanda. Attraversi la Pedemontana. I rilevatori automatici riprendono il tuo numero di targa. E poi ti arriva la fattura del passaggio da pagare. Ma se vai in posta, ti tocca aggiungere 5 euro di spese. Meglio dunque pagare online. Per molti, soprattutto in una nazione abituata alla vignetta autostradale, una seccatura spesso posticipata. Finché arriva il richiamo, con relative spese amministrative.
Il giro di vite – La free flow lombarda continua a mietere vittime in Svizzera. E dallo scorso giugno c’è pure stato un giro di vite. Se uno non paga, il suo nominativo viene segnalato alla polizia e rischia sanzioni pesanti. La multa può variare da 85 a 338 euro. E, in casi eccezionali, si può arrivare anche al ritiro della patente. Intanto, c’è chi mugugna. Di recente una signora del Luganese ha raccontato al periodico “L’inchiesta” di avere ricevuto parecchi solleciti per non avere pagato, per tempo, la Pedemontana. Ogni volta con spese aggiuntive significative.
La targa può essere sporca – Da quando, nel 2015, la Pedemontana è diventata a pagamento le lamentele si sono moltiplicate. Anna Tino, collaboratrice della Nivi Credit, società che gestisce e recupera i crediti per il tratto autostradale in questione, fa il punto della situazione. «Gli errori possono capitare. E quando ci vengono dimostrati, ovviamente non facciamo pagare il passaggio all’automobilista. I sistemi di rilevamento sono automatici. Può accadere, ad esempio, che la targa sia un po’ sporca e dunque poco visibile. Su milioni di veicoli di passaggio ci sta che ci sia qualche errore».
I miglioramenti ci sono – Tino non si nasconde. «Ci sono stati dei problemi. Però ci sono stati anche tanti miglioramenti. Ad esempio, a livello di segnaletica. Non sono solo gli stranieri ad avere avuto difficoltà con la Pedemontana, ma anche gli italiani. È un sistema che necessita di tempo per essere assimilato. La nostra azienda, comunque, è a fine mandato».
La nuova gestione – Nel frattempo, infatti, il timone è passato alla Ge. Ri. Srl. «Effettivamente – ammette Silvia Massaro, addetta alla comunicazione – nel tempo a livello di informazioni ci sono state delle mancanze. In Svizzera poi capita che un’auto usata venga venduta a qualcun altro con il numero di targa. E quindi, in linea teorica, può capitare che la fattura da pagare arrivi al vecchio proprietario. Così come per ragioni del sistema informatico può accadere che la data del passaggio segnalata sulla richiesta di pagamento non corrisponda alla data effettiva. Sono tutti dettagli che si sta cercando di migliorare».
Ritardatari non giustificati – Renato Gazzola, portavoce del Touring Club Svizzero, ha un’opinione ben chiara. «Che ci siano degli errori è comprensibile. In Svizzera, tra l’altro, abbiamo numeri di targa delle auto che sono identici a quelli delle moto. Può esserci anche un simile disguido dunque. Questo non giustifica, tuttavia, chi rimanda continuamente il pagamento del tratto autostradale. I ticinesi lo usano spesso per andare all’aeroporto di Malpensa. È giusto che si informino e che si adeguino. Inutile criticare gli italiani e il loro sistema. Anche noi abbiamo la vignetta e non piace di certo a tutti».
Ecco cosa devono fare i ticinesi – Gazzola è categorico. «Adesso ci sono un sacco di mezzi per pagare, per tempo, la Pedemontana. Sia attraverso il sito online, sia con l’applicazione per cellulari. Oppure anche annunciandosi presso la sede del TCS di Rivera. Non ci sono scuse. Non è possibile che ci sia ancora gente che si fa rincorrere dai responsabili della Pedemontana. Il problema è che non ci si informa abbastanza. Se si vorrà continuare a viaggiare in Italia, occorrerà farlo. I caselli li tengono in piedi perché ci sono posti di lavoro in ballo. Ma il futuro sta nel sistema free flow».